Ho apprezzato particolarmente la decisione di invitare
la cittadinanza, le associazioni e le istituzioni a partecipare
all’assemblea pubblica sul futuro assetto di via Roma e Porta Barete. Appare
allora indispensabile, oggi più che mai, cogliere l'occasione creatasi da
questo primo incontro con la cittadinanza per creare un “Urban Center” che
renda i cittadini tutti (e non solo quelli direttamente coinvolti nelle opere)
consapevoli delle modalità di gestione dei fondi e della scelta di aree,
interessate di volta in volta dagli interventi di recupero. Solo in questo
modo, attraverso la partecipazione attiva e la condivisione delle idee,
si potrà ricostruire il tessuto sociale e il patrimonio culturale della
nostra comunità. A tal fine, ritengo sia necessario avviare un
percorso di progettazione partecipata, attraverso il quale si possano
individuare le idee e le soluzioni che consentano non solo di
ripristinare l'antico splendore della Porta, ma l’intero percorso delle mura
con un progetto che valorizzi la stessa Porta di Bagno
senza penalizzare i cittadini ivi residenti prima del terremoto, che
devono essere tutelati e garantiti nei loro diritti, con tempi adeguati e
modalità chiare per una ricollocazione delle abitazioni.
Purtroppo non ho potuto presenziare a questa importante assemblea
in quanto impegnata nella Commissione Infanzia per l'organizzazione di un
convegno, ma voglio comunque sottolineare la necessità di ricostruire
intelligentemente; pertanto il recupero di porta Barete ci offre
l’occasione di restituire spazio e bellezza alla cinta muraria e un
intervento qualificante di questa portata potrà essere meglio compreso dalla
popolazione qualora venga gestito con la massima informazione negli obiettivi
finali e con la massima trasparenza nelle azioni e interventi intermedi.
Accanto al ripristino del
principale accesso a Ovest della città, imponente con la sua complessa
struttura con antiporta e torrioni, volevo porre all’attenzione la possibilità
di valutare il recupero della preziosa chiesetta di S. Maria degli Angeli che
conserva l’icona miracolosa di Maria ed era oggetto di visita dei viandanti e
di chi accedeva alla città. Si trova collocata nel posto più panoramico ed è
stata dimenticata per troppo tempo sebbene nella ricostruzione a seguito del
sisma del 1700 fu adornata con il recupero della facciata. Questi
interventi di recupero condivisi con la cittadinanza andrebbero poi inseriti in
un contesto più ampio di valorizzazione del patrimonio artistico mediante la
realizzazione di un percorso pedonale che colleghi le antiche Porte e consenta
di apprezzare maggiormente l'immenso patrimonio di culturale di cui abbiamo
tutti diritto di beneficiare. Riportare alla luce i nostri antichi monumenti è
un dovere morale soprattutto oggi che si sta cercando di ricostruire
una città all'insegna dell'armonia e della bellezza e, a mio parere, la
vocazione di L'Aquila è sulla base della cultura, della musica, della storia e
di un alto turismo religioso, considerando la porta Santa della Perdonanza e la
piccola chiesa contenuta nel complesso della Lauretana.
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