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venerdì 18 ottobre 2013

LA MIA DIFESA DELLA COSTITUZIONE IN SENATO: SONO ALTRE LE PRIORITA'. DOV'E' IL RISPETTO PER I CITTADINI?

DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE ED IL VIDEO DEL MIO INTERVENTO IN AULA AL SENATO IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE.

Signora Presidente, signor Ministro, cari colleghi, 

siamo qui oggi ancora una volta a discutere di riforme costituzionali come se da queste dipendesse la salvezza del Paese, come se gli italiani ogni giorno considerassero la trasformazione del Governo come la soluzione di tutti i loro problemi. Ma la domanda che ci dobbiamo porre oggi in quest'Aula è una sola: i cittadini italiani ci chiedono veramente questo?

Abbiamo una disoccupazione al 12 per cento, quella giovanile è al 40 per cento, 15 milioni di italiani vivono in una condizione di deprivazione e disagio economico, abbiamo un abbandono scolastico che ha raggiunto percentuali senza precedenti, un calo dei consumi e del potere di acquisto dei salari e gli altri Paesi europei non ci invidiano affatto. Ben 12.442 imprese hanno chiuso nel 2012, alle quali si vanno ad aggiungere le 4.218 che nel primo trimestre di quest'anno hanno consegnato i libri contabili in tribunale. Sono queste le priorità che quest'Aula deve affrontare, ma secondo il ragionamento del Governo e della maggioranza l'introduzione dell'elezione diretta del Capo dello Stato ovvero il rafforzamento dei poteri del Primo Ministro permetterebbero ai cittadini italiani di affrontare serenamente la giornata.

Perché ci venite a dire che l'Italia ha rischiato di fallire per le riforme costituzionali mancate e non ci dite per il debito mostruosamente accumulato? Ma di cosa parliamo? Il problema, colleghi, è che l'approccio economicistico verso la riforma della Costituzione è ormai un mantra di questo Governo, e lo è a tal punto da aver inserito le riforme costituzionali all'interno della Nota di aggiornamento del DEF che abbiamo approvato la scorsa settimana.

Ieri il ministro Quagliariello è venuto a presentarci la relazione finale dei cosiddetti saggi, esperti che dovevano essere non solo garanzia di competenza giuridico-costituzionale, ma anche e soprattutto di integrità morale. Peccato che cinque di loro siano attualmente indagati dalla procura della Repubblica di Bari per truffa, corruzione, per atti contrari ai doveri di ufficio e falso ideologico! È proprio il caso di dire, purtroppo, che non si può mai star tranquilli. Ma soprattutto, mi chiedo e vi chiedo, cari colleghi: in quali mani è capitata la nostra Costituzione?

Già durante la prima lettura del disegno di legge costituzionale Atto Senato n. 813 avevamo manifestato le nostre perplessità nel merito e nel metodo, evidenziando soprattutto un aspetto: l'inopportunità che il Governo si arrogasse il diritto di promuovere le riforme della nostra Carta costituzionale attraverso l'istituzione di un apposito Comitato al quale attribuire specifici compiti e poteri.

È sotto gli occhi di tutto il fatto che si sia deciso di adottare un metodo che esautora sensibilmente la sovranità del Parlamento. Governo e maggioranza hanno deciso che le modifiche della Costituzione italiana saranno effettuate da un gruppo di quaranta parlamentari più due presidenti appartenenti alla maggioranza PdL-PDmenoelle, cioè a quei partiti che sono responsabili del disastro in cui oggi versa il nostro Paese a quei soggetti politici che hanno per decenni ignorato, inattuato e calpestato la nostra Carta fondamentale e che oggi si arrogano il diritto di modificarla a seconda delle proprie esigenze, mascherandole da esigenze del Paese. Si fa veramente fatica ed occorre un esercizio di fantasia veramente invidiabile, cari colleghi, a considerare come riformatore un processo profondamente viziato nella forma e negli attori che lo conducono. 

Su nostra sollecitazione, avete creato il sito «www.partecipa.it», ma lo schema da compilare era precostituito e non vi era alcuna possibilità di avanzare altre proposte. Non è questa la partecipazione. Troppo spesso è confusa e limitata al suo primo stadio, l'informazione. La vera partecipazione c'è quando i cittadini possono orientare le nostre scelte di politici, possono chiedere ed ottenere il cambiamento di scelte sbagliate e dannose. Il Parlamento dovrebbe essere il primo organo rappresentativo di queste volontà ed invece troppo spesso è inascoltato, come è accaduto in quest'Aula per la riforma della geografia giudiziaria, e si allinea, piegandosi alla volontà del Governo: conformi entrambi, senza spazi per giusti ripensamenti. Dov'è il rispetto per i cittadini?

Per l'ennesima volta messi ai margini di questo processo pseudoriformatore, lo scorso luglio avevamo richiesto con i nostri emendamenti di ridurre da un quinto a un decimo il numero dei parlamentari e da 500.000 a 50.000 quello dei cittadini sufficienti a sottoporre a referendum popolare i disegni di legge che saranno prodotti da questo Comitato per le riforme. Li avete bocciati tutti. Noi vogliamo restituire il ruolo alla sovranità popolare, noi vogliamo migliorare l'impostazione democratica della Costituzione.

Voi volete confermare il bipolarismo e non vi rendete conto che il Paese è stanco delle falsità; ha capito bene che dietro questa apparente contrapposizione si sono celate tutele reciproche di ben altri interessi, non certo dei cittadini  o perlomeno non di tutti i cittadini. Voi volete chiudere gli occhi al cambiamento in atto, al risveglio civico che il nostro Movimento ha promosso e promuoverà inarrestabilmente, nonostante tutti i vostri tentativi di far credere la nostra inutilità, perché spesso utilizzate i nostri slogan, le nostre proposte le fate vostre, ben sapendo che corrispondono esattamente al bene pubblico, ma evitate di far capire che all'origine ci siamo noi a proporre. Certo, perché ci siamo noi cittadini.

Noi, un pezzo di cittadinanza che all'interno di quest'Aula oggi fa appello alle vostre coscienze. Chi di voi vuole essere ricordato per aver contribuito a saldare il passato, invece di attivare il cambiamento, ad instaurare il presidenzialismo, contro ciò che il popolo vuole, ovvero un maggior valore del Parlamento? Chi nonostante il suo buonsenso vuole essere ricordato per questo voti a favore di questo disegno di legge. È una scelta politica. Vi assumerete la responsabilità.

Qualora vogliate, invece, essere ricordati per aver dato vita al cambiamento e aver avuto il coraggio di rispondere alla vostra coscienza contro il vostro partito e non al vostro partito, voterete oggi contro e recupererete con noi il valore di una vera democrazia e di una Costituzione salvata e attuata!