Quanti sono a livello nazionale i bambini sottoposti a
diagnosi e trattamento farmacologico per sindrome da deficit di
attenzione ed iperattivita', definita Adhd? Qual e' il numero esatto di
bambini visitati negli ambulatori di Teramo e Pescara, presso i quali
risultano essere effettuate numerose visite che introducono al
trattamento anfetaminico della sindrome?". Sono queste alcune delle domande che ho indirizzato lo scorso 13 marzo al Ministro della Salute nell'interrogazione numero 4-01854.
Uno studio condotto dal National Institute
of Mental Health ha appurato che nel 51% dei casi i
bambini trattati con farmaci anfetaminici, come il Ritalin, sviluppano
comportamenti ossessivo-compulsivi, subendo gravi danni cerebrali,
impoverimento della creativita' e perdita dell'emotivita'.
Tale approccio farmacologico puo' non essere corrispondente alle reali cause di alcuni
comportamenti dei bambini, che sono da ascrivere piu' ad una possibile
noia che scaturisce dalle attivita' scolastiche, dalla difficolta' di
misurarsi con le richieste che vengono poste loro, o da difficolta' di
tipo emotivo, spesso derivanti da crisi familiari mal gestite o
dall'allontanamento, previsto o gia' in atto, del minore dal nucleo
familiare.
Ed è proprio partendo da questi studi e dai pericoli che ho appena illustrato che ho chiesto al Ministro della Salute
quali provvedimenti intenda adottare, nei limiti delle proprie
competenze, per assicurare una maggiore scrupolosita' nel percorso di
diagnosi e trattamento della sindrome Adhd, evitando che quest'ultima
sia frettolosamente diagnosticata, quando invece un' anamnesi piu'
accurata ed obiettiva potrebbe non necessariamente condurre ad un
disturbo di natura psichiatrica.