NO ALLA SOPPRESSIONE DEL CORPO FORESTALE

Nelle ultime settimane io e il M5S ci siamo opposti con determinazione alla soppressione del Corpo Forestale dello Stato, prevista dal Disegno di Legge delega del Ministro Madia in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche. 

La norma che abbiamo fin dall'inizio contestato in Parlamento e nelle piazze è contenuta nella lettera a), comma 1, dell'articolo 8, dove si prevede espressamente "il riordino delle funzioni di polizia di tutela dell'ambiente, del territorio e del mare, nonché nel campo della sicurezza e dei controlli nel settore agroalimentare, conseguente alla riorganizzazione del Corpo Forestale dello Stato ed eventuale assorbimento del medesimo in altra Forza di Polizia".


Abbiamo provato in tutti i modi a far tornare il Governo sui suoi passi, ma è stato tutto inutile. Interventi in aula e commissioni ed emendamenti sono stati del tutto ignorati, mentre raccolta firme e petizioni on line, peraltro ancora in corso, sono rimaste inascoltate.  

Personalmente sono intervenuta due volte in sede di discussione generale del disegno di legge: in prima lettura, l'8 aprile 2015 e in seconda lettura, il 3 agosto 2015, quando ho voluto ribadire quelle criticità del provvedimento rimaste immutate anche dopo l'esame della Camera dei deputati: oltre alla questione del Corpo Forestale dello Stato, anche quella del mancato inserimento del dirigente scolastico nel ruolo unico istituito presso la Presidenza del Consiglio e la norma sul silenzio -assenso in sede di Conferenza dei Servizi. 

Per informarvi del lavoro che abbiamo fatto e della posizione da me assunta in aula rispetto a tale disegno di legge, riporto di seguito, nell'ordine, il mio primo intervento in discussione generale dell'8 aprile 2015, il video dell'illustrazione dell'emendamento, a prima firma Crimi, con il quale chiedevamo di non procedere all'assorbimento del Corpo Forestale dello Stato nelle altre Forze di Polizia, del 22 aprile 2015, e l'ultimo intervento in discussione generale, in seconda lettura, con relativo video, del 3 agosto 2015. 



Discussione Generale  - 1a lettura - 8 aprile 2015


Signor Presidente, Ministro, colleghi, il disegno di legge oggi in discussione parte dalla condivisibile necessità di razionalizzare e semplificare il funzionamento della pubblica amministrazione, al fine del raggiungimento di due, altrettanto condivisibili, obiettivi: garantire un più efficace funzionamento interno delle pubbliche amministrazioni ed assicurare un'erogazione più rapida e trasparente dei servizi al cittadino. Leggendo però i contenuti del disegno di legge, ci si accorge di quanto siano, come dire, «originali e controverse» le misure con le quali il Governo intende rispondere alla richiesta, peraltro legittima, da parte della collettività, di maggior efficacia e professionalità nella somministrazione delle prestazioni.
Ascoltando i colleghi che mi hanno preceduto e lo stesso senatore Gasparri, mi preme rilevare che una delle criticità contenute nel provvedimento è senza dubbio la soppressione del Corpo forestale dello Stato e il suo assorbimento alla Polizia di Stato. È una decisione incomprensibile, che lascia francamente basiti, visto che contribuisce al depauperamento di tutte quelle attività di controllo del territorio, tipicamente messe in atto dai forestali e finalizzate alla tutela dell'ambiente e della salute pubblica. La scelta del Governo di eliminare il Corpo forestale dello Stato è, infatti, ingiustificabile, a fronte dell'altissima specificità e professionalità che contraddistingue l'attività di polizia ambientale svolta da quest'ultimo, con competenze enormi che hanno permesso, soprattutto negli ultimi anni, l'accertamento di gravissimi reati contro il territorio e l'ambiente. Due esempi valgono su tutti: la terra dei fuochi e la mega discarica abusiva di Bussi, scoperta proprio dalla Guardia forestale nel 2007.
Il Movimento 5 Stelle è totalmente contrario alla sua soppressione e lo abbiamo abbondantemente dimostrato anche nel corso di una conferenza stampa, nonché presentando in Commissione diversi emendamenti, tutti respinti, e che, alla luce della manifestazione che si è tenuta solennemente martedì scorso, ci auguriamo vengano presi in considerazione in Aula da un Governo che fa della superficialità e del pressappochismo il dominus della sua azione.
Un altro aspetto che impone sicuramente una riflessione è quello relativo alla delega al Governo in materia di conferenza dei servizi, soprattutto nel passaggio del testo in cui si prevede che «si consideri comunque acquisito l'assenso delle amministrazioni che, entro il termine dei lavori della conferenza, non abbiano espresso, nelle forme di legge, la propria volontà, e questo, anche se siano amministrazioni preposte alla tutela della salute, del patrimonio storico-artistico e dell'ambiente».
La progressiva e documentata permeabilità della pubblica amministrazione ai fenomeni di corruzione impone una seria riflessione sull'effettiva utilità di una norma che, se approvata, produrrebbe un ulteriore assalto alla diligenza da parte di organizzazioni criminali tradizionali e centri occulti di potere o affaristici che, in nome del profitto (e solo del profitto), e mettendo in campo un'ineguagliabile incoscienza e spregiudicatezza, potrebbero essere facilmente autorizzate all'utilizzo, per meri fini privatistici e di business, di beni dall'inestimabile valore ambientale, storico e artistico. Chiedo che su questo venga fatta attenzione e venga seriamente posto un freno alla corruzione.
Consentitemi, poi, di soffermarmi sulla delega contenuta nell'articolo 9 del disegno di legge, riguardante la dirigenza pubblica e la valutazione dei rendimenti di tutti i pubblici uffici; un punto del provvedimento sul quale il Governo dimostra tutta la sua confusione in merito alle funzioni e allo status della dirigenza scolastica.
La delega in questione prevede che venga istituito un ruolo unico presso la Presidenza del Consiglio dei ministri in cui confluiscono i dirigenti delle università statali, degli enti pubblici di ricerca, delle Camere di commercio e vengono esclusi, a causa della natura non gestionale del proprio ruolo, i dirigenti scolastici.
Tuttavia, nel disegno di legge definito impropriamente dal Governo «la buona scuola», si riconoscono ai dirigenti scolastici incarichi di natura prettamente gestionale e manageriale, riconoscendo a questi ultimi, oltre al potere di scegliere la propria squadra di docenti, con chiamate dirette, anche la possibilità di individuare percorsi formativi e di valorizzazione del merito scolastico alternativi a quelli tradizionali, mediante l'ottenimento di finanziamenti esterni e sponsorizzazioni.
È chiaro, pertanto, che il Governo ha volontariamente deciso di indebolire la funzione pubblica del dirigente scolastico, facendo venir meno la sua specificità e il suo fondamentale ruolo di programmatore delle attività didattiche, obbediente solo a criteri di efficacia ed efficienza che, legati ad aspetti esclusivamente economici, si prestano ad una applicazione distorta e lesiva del diritto allo studio e all’istruzione. 
All'interno di questo provvedimento non ci è stato neanche consentito al Parlamento di presentare emendamenti che prevedessero un inserimento dei dirigenti scolastici nel ruolo unico della Presidenza del Consiglio. Questa decisione del Governo è da censurare nel metodo e nel merito! 


Illustrazione Emendamento - 22 aprile 2015 








Discussione Generale 2a lettura  - 3 agosto 2015

Signor Presidente, colleghi, nello scorso aprile, durante l'esame in prima lettura di questo provvedimento, cercai di mettere in evidenza alcune criticità che accompagnavano quel testo, come l'accorpamento del Corpo forestale dello Stato alle altre forze di polizia, l'esclusione dei dirigenti scolastici dal ruolo unico istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, nonché il considerare come acquisito l'assenso di alcune amministrazioni preposte alla tutela della salute, del patrimonio artistico e dell'ambiente, anche nel caso in cui le stesse non abbiano fatto pervenire la propria volontà entro il termine dei lavori della stessa conferenza.
Nonostante le modifiche apportate dalla Camera dei deputati, le criticità appena elencate sono rimaste immutate nel testo giunto oggi all'attenzione dell'Aula, nella fretta di farlo passare prima di un decreto-legge urgente che ha motivato l'inversione dell'ordine del giorno.
Questo provvedimento, colleghi, come ultimamente ha affermato anche il signor Renzi in conferenza stampa con la ministra Madia, è l'ulteriore tassello di un puzzle, assieme allo sblocca-Italia e alle pseudoriforme della scuola e del Senato. A differenza di quanto afferma il signor Renzi, però, tale puzzle non sembra assemblato per migliorare le condizioni sociali ed economiche del Paese: il vero obiettivo che si evidenzia, infatti, è che il Governo ha intenzione di distruggere i diritti e la democrazia del Paese. E questo lo fa con confusioni e illogicità, che appaiono evidenti quando si va ad osservare che, in merito alla delega riguardante la dirigenza pubblica e la valutazione dei rendimenti di tutti i pubblici uffici - incluso lo status del dirigente scolastico, al quale, a causa della natura non gestionale del proprio ruolo, non è stata riconosciuta l'inclusione nel ruolo unico istituito presso la Presidenza del Consiglio - questa decisione contrasta con quanto vergognosamente stabilito nella pseudoriforma della scuola, in cui si riconoscono ai dirigenti scolastici incarichi di natura prettamente gestionale e addirittura manageriale. Ai dirigenti scolastici è riconosciuto, oltre al potere di scegliere la propria squadra di docenti, anche la possibilità di individuare percorsi formativi e di valorizzazione del merito scolastico alternativi a quelli tradizionali.
È chiaro, pertanto, che il Governo ha volontariamente deciso di depotenziare la funzione pubblica del dirigente scolastico, facendo venir meno la sua specificità e il suo ruolo di buon padre di famiglia nella programmazione e nello svolgimento delle attività didattico-creative del proprio istituto, decidendo di trasformarlo in un critico capo d'azienda, costantemente vincolato ad una fredda analisi di costi e benefici nella realizzazione della propria mission educativa. Perlomeno di questo datecene contezza. Non è possibile fare dei provvedimenti discordanti a tale livello. Io spero che ci diate chiarezza su questi aspetti.
Lo status del dirigente scolastico, però, non è l'unica misura così inaccettabile e incomprensibile del provvedimento. C'è ben altro, come illustrato nella questione pregiudiziale dal collega, senatore Crimi. Appare in modo evidente la condizione della Guardia forestale. Ci troviamo di fronte ad una soppressione del Corpo forestale dello Stato. Il suo accorpamento alla Polizia di Stato fa venir meno uno dei più importanti strumenti di controllo del territorio. E anche in questo si rileva un'incongruenza. Adesso stiamo cercando di inserire questo Corpo, su suggerimento dei Carabinieri, nella loro realtà essendo più simile alla loro organizzazione, soprattutto per quanto riguarda le sedi. Si dà, però, il caso che la Guardia forestale abbia la similitudine di dislocazione territoriale e anche un vantaggio. Mi riferisco al fatto che l'80 per cento delle sedi sono state assegnate alla Guardia forestale gratuitamente dal demanio, mentre i Carabinieri hanno l'80 per cento delle sedi in affitto. Quindi, su tale aspetto c'è un vantaggio sicuramente per questo Corpo. Rimane pur sempre un'incongruenza perché il Corpo della guardia forestale è ben diverso dall'organizzazione militare dell'Arma dei carabinieri. La scelta di accorparli non è assolutamente la più equa, la più giusta e la più logica che lo Stato italiano doveva fare in risposta al ridimensionamento e alla riorganizzazione (mancavano 1.600 unità nella pianta organica del Corpo forestale). Una decisione equa e corretta sarebbe stata assorbire la polizia provinciale, avendo competenze più simili a quelle della Guardia forestale rispetto agli incarichi da assolvere confluendo con i vigili urbani. La polizia provinciale, in modo volontario, poteva confluire nella Guardia forestale avendo una preparazione ed uno studio sull'ambiente molto più specifico rispetto a quello che serve per andare a fare le multe nelle strade e per essere al servizio dei Comuni.

Qui ci si sta muovendo in maniera assolutamente non adeguata - ripeto: non adeguata - e poi gli incompetenti siamo noi. La maggior opera della Guardia forestale è la prevenzione. Ministro, torno a chiederle almeno attenzione in Aula per quello che abbiamo da dire. Per questo ci sono le trenta riserve naturali che erano state assegnate alla cura della Guardia forestale. La Guardia forestale si occupa anche di informazione, entra nelle scuole ed informa i cittadini per la prevenzione e per tutelare realmente queste ricchezze. Mi domando come si fa a procedere con questo accorpamento.
Abbiamo voluto spostare questo ordine del giorno. Domani, invece, la manifestazione non si sposta; ci sarà comunque una grande manifestazione del mondo ambientalista ed animalista e di tutti i sindacati della Guardia forestale che manifesteranno. Soprattutto, spero e mi auguro che verrà predisposta un'apposita legge per rivedere tutto il comparto delle forze di polizia e di sicurezza, perché resta anche l'incongruenza delle Regioni a statuto speciale. Occorrono anche - ciò si può avere solo con la rivisitazione di tutto il comparto - un vero risparmio di spesa e una vera razionalizzazione e non quella che volete vendere con i vostri convegni, seminari, incontri e conferenze stampa di vario genere, che non corrispondono alla realtà del provvedimento e di ciò a cui avete messo mano. 












   

Nessun commento:

Posta un commento