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mercoledì 6 novembre 2013

ACCOLTO IL MIO ORDINE DEL GIORNO PER LA GRADUALE PARIFICAZIONE DEGLI STIPENDI DEI DIPENDENTI DEL SENATO A QUELLI DEI DIPENDENTI DELLE ALTRE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI







 OGGI SONO INTERVENUTA IN AULA PER ILLUSTRARE UN MIO ORDINE DEL GIORNO FINALIZZATO  AD IMPEGNARE L'UFFICIO DI PRESIDENZA E IL COLLEGIO DEI QUESTORI DEL SENATO A PROCEDERE AD UNA GRADUALE PARIFICAZIONE DEGLI STIPENDI DEI DIPENDENTI DEL SENATO A QUELLI DEGLI ALTRI DIPENDENTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. 

Presidente, Colleghi,


secondo i dati Ocse, l’Italia è tra i paesi in cui la disparità è cresciuta di più insieme a Regno Unito e Giappone. In Europa, secondo i dati Eurostat sono le metropoli le aree dove le retribuzioni tendono ad essere più elevate e dove si ampliano le distanze tra i "più ricchi" e i "più poveri". Il picco continentale si registra nell’area di Londra dove la retribuzione media del 10 per cento più ricco è pari a 104 mila euro mentre lo stipendio lordo medio di chi guadagna meno è di poco inferiore a 17 mila euro con un rapporto che raggiunge il 6,1. Rapporto "meno equo" anche a Bruxelles (3,7), Madrid (4,5), Amburgo (4,2) e Parigi (3,9).

L’ineguaglianza a propostito dell’attuale e crescente disparità retributiva non è di per sé negativa ma per non esserlo dovrebbe soddisfare tre condizioni: la società nel complesso dovrebbe essere  più ricca; ci dovrebbe essere una rete di sicurezza per i più poveri e ciascuno  al di là della classe, etnia, credo o sesso, dovrebbe poter avere un’oppurtunità per migliorare la propria condizione.

La differenza di stipendio tra medesimo ruolo e diversa collocazione ha sempre generato malcontento ed è inspiegabile la motivazione se non quella di classe protetta.

Ma se ciò è stato possibile in una condizione di benessere generale, nelle condizioni in cui versa oggi il Paese con una povertà crescente denunciata dalla Caritas quasi 1,7 milioni di italiani sono vittime della crisi, e di politiche economiche sempre più fallimentari e dannose.

Una povertà diffusa che in Italia non si concentra più solo nelle città metropolitane, ma anche nelle città di provincia, negli entroterra.

E a scivolare nella miseria diventa molto più facile, soprattutto per il ceto medio, falcidiato dalla crisi, ed i lavoratori autonomi  che in caso di perdita di lavoro non hanno nessuna tutela, non esistendo in Italia il reddito minimo di cittadinanza, come in quasi tutta Europa, e sono ignorati dai sindacati e dalla classe politica.

Sono in forte aumento le richieste di aiuto che provengono dalla fascia di età compresa tra i 35-44 anni

Ed aumentano anche i senza tetto.

E’ evidente che nella situazione socio-economica nella quale si trova il sistema Italia, diventa ancor più inaccettabile e credo personalmente difficile da pretendere una permanente disparità di trattamento.

L'unica possibilità che si ha per combattere la crisi economica e valoriale e' quella di creare alleanze, di lavorare in comunione mettendo a servizio del bene comune le poche risorse disponibili.

L’ordine del giorno presentato a mia firma nasce da queste considerazioni ed è indirizzato ad una rivisitazione di privilegi eccessivi per riequilibrare il bilancio dello stato ma soprattutto il bilancio di giustizia sociale con sacrifici distribuiti equamente su tutti e non sempre e solo sui più deboli. 

È  innegabile che il personale dipendente del Senato  sia caratterizzato da notevoli competenze e professionalità che costituiscono un validissimo supporto allo svolgimento dell'attività istituzionale ma è altrettanto vero come i loro stipendi non siano allineati a quelli dei dipendenti delle altre Pubbliche Amministrazioni. Come gruppo sicuramente abbiamo fruito della disponibilità e professionalità di tutto il personale del Senato impiegato nelle diverse mansioni.

Per questo motivo, al fine di razionalizzare i costi interni di gestione e procedere ad una graduale parificazione degli stipendi erogati dal Senato a quelli delle altre Pubbliche Amministrazioni, chiediamo con questo Ordine del Giorno l'impegno, da parte del Consiglio di Presidenza e del Collegio dei Senatori Questori, a prevedere un riallineamento degli attuali trattamenti salariali di tutto il personale dipendente del Senato con quelli dei dipendenti delle altre pubbliche amministrazioni, partendo dalle fasce retributive più elevate.

Inoltre, prevediamo con questo Ordine del Giorno il blocco dell'aumento degli stipendi nelle parti finali di carriera e il divieto di cumulo, per i dipendenti in quiescenza, dei trattamenti pensionistici erogati dal Senato con i redditi da lavoro. 

Di seguito il testo dell'ODG accolto:


Il Senato,
            valutato il progetto di bilancio interno per il 2013,
        premesso che:
            il personale dipendente del Senato della Repubblica si contraddistingue per eccellente professionalità, a fondamentale supporto delle complessive attività dell'Organo;
            è tuttavia innegabile che le curve stipendiali dei dipendenti risultino non allineate rispetto a quelli delle pubbliche amministrazioni;
            è opportuno, dunque, nell'ambito della complessiva riduzione della spesa dello Stato, provvedere alla razionalizzazione dei costi interni di gestione, attraverso un progressivo adeguamento dei regimi stipendiali del Senato rispetto a quelli erogati dalle amministrazione pubbliche, a parità di funzioni,
        impegna, per quanto di rispettiva competenza, il Collegio dei Senatori Questori e il Consiglio di Presidenza, nel rispetto delle previste procedure in materia di relazioni sindacali:
            a prevedere progressive misure per l'allineamento tra i trattamenti stipendiali in essere con quelli dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, tenuto conto della specificità di questa Istituzione;
            a voler proporre, per i dipendenti in quiescenza, limiti di cumulo fra trattamenti pensionistici erogati dal Senato e redditi da lavoro.