GIOVEDI' 5 MARZO 2014
IERI SONO INTERVENUTA IN AULA PER CHIEDERE AL GOVERNO DI ESERCITARE IL PRIMA POSSIBILE LA DELEGA CONTENUTA NEL DDL 925 SULLE DEPENALIZZAZIONI ED APPROVATA CON L'EMENDAMENTO 2.214 CHE INTENDE TRASFORMARE L'OMESSO VERSAMENTO, FINO AD UN IMPORTO DI 10.000 EURO, DEI CONTRIBUTI DA PARTE DEI DATORI DI LAVORO DA REATO PENALE IN ILLECITO AMMINISTRATIVO.
Signor Presidente,
colleghi, il 21 gennaio scorso, in sede di discussione dell'Atto Senato n. 925, contenente deleghe al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio, è stato approvato l'emendamento 2.217 (testo 2), a mia prima firma, confluito poi nell'identico emendamento 2.214 (testo 2), del relatore Casson, con il quale si è trasformato l'omesso versamento dei contributi INPS, per conto dei lavoratori, da parte del datore di lavoro da reato ad illecito amministrativo, a patto che lo stesso non ecceda il limite di 10.000 euro annui. Nello stesso emendamento è stato ribadito che il datore di lavoro non risponde a titolo di illecito amministrativo se provvede al versamento entro il termine di tre mesi dalla contestazione.
Giovedì 16 gennaio 2014
DOPO GLI SCANDALI SCOPPIATI A L'AQUILA IN QUESTI GIORNI SONO NUOVAMENTE INTERVENUTA IN AULA PER RICHIEDERE L'ISTITUZIONE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA SULLA RICOSTRUZIONE POST SISMA.
Martedì 18 dicembre 2013
OGGI SONO NUOVAMENTE INTERVENUTA IN AULA PER CHIEDERE LA CALENDARIZZAZIONE DELL' INTERPELLANZA RIGUARDANTE IL GASDOTTO SNAM. QUESTO IL TESTO INTEGRALE DEL MIO INTERVENTO:
Signora Presidente, colleghi,
il Consiglio regionale dell'Abruzzo lo scorso 3 dicembre ha approvato all'unanimità una nuova risoluzione contro il progetto della SNAM che prevede la costruzione in cinque lotti, tra i quali quello Sulmona-Foligno, di un metanodotto denominato Rete adriatica, oltre che di una centrale di compressione a Sulmona.
IERI SONO INTERVENUTA IN AULA PER CHIEDERE AL GOVERNO DI ESERCITARE IL PRIMA POSSIBILE LA DELEGA CONTENUTA NEL DDL 925 SULLE DEPENALIZZAZIONI ED APPROVATA CON L'EMENDAMENTO 2.214 CHE INTENDE TRASFORMARE L'OMESSO VERSAMENTO, FINO AD UN IMPORTO DI 10.000 EURO, DEI CONTRIBUTI DA PARTE DEI DATORI DI LAVORO DA REATO PENALE IN ILLECITO AMMINISTRATIVO.
Signor Presidente,
colleghi, il 21 gennaio scorso, in sede di discussione dell'Atto Senato n. 925, contenente deleghe al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio, è stato approvato l'emendamento 2.217 (testo 2), a mia prima firma, confluito poi nell'identico emendamento 2.214 (testo 2), del relatore Casson, con il quale si è trasformato l'omesso versamento dei contributi INPS, per conto dei lavoratori, da parte del datore di lavoro da reato ad illecito amministrativo, a patto che lo stesso non ecceda il limite di 10.000 euro annui. Nello stesso emendamento è stato ribadito che il datore di lavoro non risponde a titolo di illecito amministrativo se provvede al versamento entro il termine di tre mesi dalla contestazione.
Con il voto favorevole dell'Assemblea abbiamo
quindi riconosciuto giusto andare incontro alle esigenze di molti
piccolissimi imprenditori, che in una situazione di forte crisi
economica sono destinati a subire i relativi decreti penali di condanna.
Siamo consapevoli che ci sono piccole imprese che lavorano con le
pubbliche amministrazioni e si trovano nell'impossibilità temporanea di
pagare le ritenute per conto dei lavoratori dipendenti. L'eventuale
apertura di un procedimento penale comporta l'attivazione di norme
stringenti per l'eventuale ricezione del DURC, che sono state inasprite
dal Governo Letta con il decreto-legge n. 69 del 2013, ma che sono
fondamentali per avere il dovuto compenso e non rischiare la chiusura. I
piccoli imprenditori chiedono semplicemente di poter continuare a
lavorare, nonostante le costante pressioni di INPS ed Equitalia.
Con il mio breve intervento, signora Presidente,
intendo oggi sollecitare il Governo all'esercizio tempestivo di tale
delega, perché continuano ad accadere casi drammatici, come quello di un
imprenditore veneto che dopo aver subito il pignoramento della casa e
dell'attività e non essere stato in grado neanche di assolvere al
pagamento del funerale della moglie, si è visto condannare pochi giorni
fa dal giudice per non avere versato una modica cifra. Questo, signori, è
il quadro di disperazione a cui siamo tenuti a mettere la parola
«fine»: piccoli e piccolissimi imprenditori che aspettano da questo
Governo misure efficaci, piccoli segnali, che possono rappresentare una
vera e propria boccata d'ossigeno in un momento economicamente così duro
e difficile. Mi auguro che il Governo Renzi cominci presto a fare i
fatti.Giovedì 16 gennaio 2014
DOPO GLI SCANDALI SCOPPIATI A L'AQUILA IN QUESTI GIORNI SONO NUOVAMENTE INTERVENUTA IN AULA PER RICHIEDERE L'ISTITUZIONE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA SULLA RICOSTRUZIONE POST SISMA.
Presidente Colleghi,
i cittadini abruzzesi ed aquilani,
quelli ONESTI, stanno vivendo giorni molto difficili a causa dei continui
scandali ed inchieste che nelle ultime ore stanno spazzando via l'intera classe
politica impegnata in questi anni nella gestione della fase di ricostruzione a
L'Aquila e in Abruzzo.
Oltre ad assistere al quasi certo e
vergognoso dietrofront sulle dimissioni da parte del Sindaco di L'Aquila
Massimo Cialente i cittadini sono ormai quotidianamente costretti ad ingoiare pillole
di malaffare, l'ennesima questa mattina.
La stampa locale, infatti, riporta la
notizia di una scuola, l'istituto per geometri De Nino-Morandi di Sulmona,
ricostruita malamente con i fondi del terremoto.
I magistrati aquilani, nell'ambito
della più ampia inchiesta sugli "affari degli Istituti Scolastici da
mettere in sicurezza" hanno accertato che la scuola De Nino-Morandi
sarebbe stata ricostruita con metà fondamenta e sarebbe inoltre costata, a
causa di false fatturazioni, cinque volte in più del costo effettivo: dagli
iniziali 49 mila euro previsti ai 248 mila euro effettivamente spesi.
Gli inquirenti hanno giudicato i lavori
effettuati come incompleti e pericolosi
mancando 32 micropali degli 80 previsti nel capitolato d'appalto necessari per
la tenuta strutturale della scuola.
Una storia che rientra nell'indagine
compiuta dai magistrati della Procura di L'Aquila, riguardante 6 scuole di
Avezzano e 3 di Sulmona, nella quale -
sostengono gli inquirenti - sarebbero stati sperperati circa 4 milioni di euro
con la scusa dell'adeguamento sismico e
che si è conclusa con la richiesta di rinvio a giudizio per il Presidente della
Provincia di L'Aquila Antonio Del Corvo, l'ex Direttore generale dell'Ente
Valter Specchio e una serie di funzionari ed imprenditori.
Noi del Movimento Cinque Stelle
appoggiamo senza se e senza ma il lavoro della Magistratura nell'individuazione
delle gravissime responsabilità penali ma non intendiamo arretrare di un
centimetro nella individuazione delle altrettanto gravissime responsabilità
politiche.
Per questo torno ancora una volta a
chiedere alla Presidenza del Senato, e all'Ufficio di Presidenza della Commissione Ambiente di calendarizzare il
prima possibile il Disegno di Legge, a mia prima firma, che intende istituire
una Commissione Parlamentare d'Inchiesta sulla ricostruzione post terremoto in
Abruzzo. E' arrivato il momento che quest'aula dia un segnale forte contro il
sistema di corruzione e collusione che ha dominato l'amministrazione comunale
di L'Aquila in tutti questi anni.
Martedì 18 dicembre 2013
OGGI SONO NUOVAMENTE INTERVENUTA IN AULA PER CHIEDERE LA CALENDARIZZAZIONE DELL' INTERPELLANZA RIGUARDANTE IL GASDOTTO SNAM. QUESTO IL TESTO INTEGRALE DEL MIO INTERVENTO:
Signora Presidente, colleghi,
il Consiglio regionale dell'Abruzzo lo scorso 3 dicembre ha approvato all'unanimità una nuova risoluzione contro il progetto della SNAM che prevede la costruzione in cinque lotti, tra i quali quello Sulmona-Foligno, di un metanodotto denominato Rete adriatica, oltre che di una centrale di compressione a Sulmona.
Con la stessa risoluzione, il consiglio
regionale chiede inoltre al Governo di ritirare l'impugnazione della
legge regionale n. 14 del 2013 con la quale si prescrivono studi
dettagliati sulla sismicità del territorio prima della localizzazione dì
centrali di compressione a biogas.
Per l'ennesima volta, quindi, e questa volta
all'unanimità, le forze politiche presenti in consiglio regionale hanno
inequivocabilmente ribadito la volontà di opporsi alla realizzazione di
quest'opera, a causa delle elevate criticità esistenti, sia dal punto di
vista sismico che ambientale.
Tale presa di posizione si aggiunge alle
risoluzioni già approvate in Consiglio regionale il 18 ottobre 2011 e il
14 febbraio 2012 e a quella approvata dalla Commissione ambiente della
Camera dei Deputati il 26 ottobre 2011: più volte dunque sono state
affermate le questioni, ma sono sempre rimaste disattese. Faccio
presente che si impegnava il Governo a «disporre la modifica del
tracciato del metanodotto escludendo la fascia appenninica, al fine di
evitare i notevoli danni ambientali e l'elevatissimo pericolo per la
sicurezza dei cittadini».
Lo scorso 30 luglio ho presentato a mia prima firma, assieme al mio Gruppo, l'interpellanza urgente 2-00057
con la quale chiedevo al Governo di conoscere la tempistica entro la
quale intendeva dare seguito, senza ulteriori indugi e ritardi.
L'interpellanza non è stata però ancora calendarizzata in Aula,
nonostante il tema sia importantissimo. E adesso - mi riferisco all'Atto
Senato n. 40, arrivato nella scorsa settimana in esame congiunto nelle
Commissioni riunite 8a e 10a - si prevede che
siano inclusi negli atti strategici di rilevanza nazionale «la rete
nazionale di trasporto del gas naturale e le relative stazioni di
compressione e centri di dispacciamento».
Non mi risulta che sia stato
previsto un passaggio parlamentare prima dell'individuazione definitiva
degli attivi o che sia allegato allo stesso provvedimento un elenco
dettagliato degli impianti considerati strategici dal Governo.
Torno quindi a chiedere la calendarizzazione urgente dell'interpellanza presentata.
Giovedì 5 dicembre 2013
Giovedì 5 dicembre 2013
OGGI SONO INTERVENUTA IN AULA A FINE SEDUTA SULLA DIFFICILE SITUAZIONE FINANZIARIA DEI PICCOLI COMUNI PER PORLA ALL'ATTENZIONE DEI COLLEGHI E DEL PRESIDENTE DI TURNO. I PICCOLI COMUNI NON POSSONO PIU' FARE UN SERIO BILANCIO DI PREVISIONE A CAUSA DEI CONTINUI TAGLI DELLE RISORSE E DELLA INCERTEZZA NORMATIVA IN MATERIA DI TRIBUTI LOCALI. QUESTO IMPEDISCE AI SINDACI DI PROGRAMMARE GLI INTERVENTI A SOSTEGNO DEI CITTADINI E A PAGARE E' SEMPRE CHI E' IN DIFFICOLTA'.
Signor Presidente, colleghi (la maggior parte
sono andati via),
con questo mio breve intervento voglio evidenziare la
difficilissima situazione finanziaria in cui versano i piccoli Comuni
italiani, condizionata in modo determinante dalla costante e graduale
riduzione dei trasferimenti delle risorse, nonché dall'obbligo di fare i
conti con il Patto di stabilità, che comprime sensibilmente la
possibilità di fare gli investimenti, così come ulteriormente imposto
nel decreto per la cancellazione della seconda rata IMU.
I riflettori dei media e dei giornali
sono costantemente puntati sulla politica nazionale, spesso per
questioni e tematiche che nulla hanno a che fare con i bisogni e le
esigenze dei cittadini, e si trascura ingiustamente il duro lavoro che,
in condizioni quasi impossibili, viene quotidianamente svolto dai
sindaci dei piccoli Comuni, unici amministratori che, nel panorama
politico nazionale attuale, risultano veramente essere a stretto
contatto con il territorio e consapevoli delle difficoltà che le
famiglie vivono quotidianamente.
La drastica riduzione nei trasferimenti delle
risorse si ripercuote inevitabilmente sul raggio di azione dei sindaci e
sulla loro effettiva possibilità di incidere nello svolgimento delle
proprie funzioni e dei propri compiti, soprattutto nell'erogazione dei
servizi di assistenza alla popolazione, nella manutenzione stradale,
nella sicurezza e nell'istruzione. A pagare, come al solito, sono solo
ed esclusivamente i cittadini.
Tali difficoltà sono amplificate ormai dalla
cronica incertezza normativa in materia di enti locali, soprattutto in
campo tributario, e, di conseguenza, dalla impossibilità di programmare
seriamente i propri interventi. Molto spesso avviene che si spenda sulla
base di quanto stabilito nei bilanci di previsione e poi, proprio per
successive modifiche normative in materia di tributi locali, le stesse
spese già sostenute non possano avere una copertura. Nelle ultime settimane
abbiamo avuto una palese dimostrazione di queste problematiche, con
cambiamenti continui fatti dal Governo nelle imposizioni sulla casa e
sui rifiuti (la TARES, la TRISE, la TASI, l'IMU, fino alla nuova IUC) su
cui si basano i bilanci comunali, che ora sono costretti a un ennesimo
irrigidimento, in quanto saranno dovuti dai cittadini gli interi importi
per coprire i servizi.
Non si può andare incontro ai bisogni dei
cittadini se i sindaci vengono svuotati dei loro compiti e poteri, se
non viene loro consentito di investire, di fare un bilancio stabile di
previsione e poter avere contezza delle risorse rientranti nelle proprie
disponibilità.
Alcuni giorni fa il sindaco di un piccolissimo
Comune in provincia dell'Aquila, Lucoli, mi confidava queste
problematiche e la sua difficoltà a mettere in atto politiche sociali
per anziani, disabili e famiglie indigenti con l'esiguità delle risorse
che gli venivano trasferite. Soprattutto in un piccolo Comune, un
sindaco, che percepisce - in questo caso - un'indennità massima di 670
euro al mese, non può permettersi di guardare negli occhi i suoi
concittadini, che non sa come aiutare.
28 novembre 2013
OGGI SONO INTERVENUTA IN AULA PER ILLUSTRARE LA MIA MOZIONE, NUMERO 164 (TESTO 2) SUL CONTRASTO ALLA POVERTA' MINORILE. ASSIEME AL MIO TESTO SONO STATE DISCUSSE CONGIUNTAMENTE QUELLE DI FORZA ITALIA ( MUSSOLINI) PD ( PUGLISI) E LEGA (BELLOT). E' STATO RAGGIUNTA UNA GRANDE CONVERGENZA NEGLI OBIETTIVI E NEI CONTENUTI AL PUNTO DA APPROVARE UN ORDINE DEL GIORNO COMUNE. DI SEGUITO IL TESTO IL TESTO DEL MIO INTERVENTO IN DICHIARAZIONE DI VOTO E L'ORDINE DEL GIORNO APPROVATO.
Signor Presidente,
siamo perfettamente
soddisfatti di aver potuto sottoscrivere questo ordine del giorno
arrivando alla condivisione delle richieste avanzate.
Ci preoccupano, innanzitutto, le condizioni di
disagio economico dei genitori ed il fatto che questi rischiano di avere
difficoltà a portare avanti la potestà genitoriale proprio a causa di
tali problemi.
Riteniamo che le misure previste, come ci sono
state illustrate, con l'assegnazione di aiuti agli enti locali per
supportare le questioni di maggiore difficoltà, non possano risolvere
completamente la situazione di crisi esistente. Crediamo, infatti, che
il Governo debba assumere decisioni più incisive. Quello che noi
chiediamo con l'introduzione del reddito di cittadinanza corrisponde
alla stessa richiesta avanzata dall'Unione europea.
Da quanto riferitoci dalla vice ministro Guerra,
è stato sottoscritto un punto che a noi non sembra quello più
importante. Non possiamo sottoscrivere un contentino volto a far credere
che si possano tamponare scelte politiche avviate da anni che hanno
portato alla situazione di crisi esistente.
Quindi, siamo pienamente concordi con l'ordine
del giorno presentato, ma vogliamo sottolineare che servono misure serie
che, oltre a rifinanziare la legge n. 285 del 1997, inducano ad
investire in politiche volte a risollevare la situazione economica di
tutti i cittadini e, in particolare, di quelle famiglie che hanno figli
minori, senza limitarsi ai casi con maggiori problematiche. Infatti,
dobbiamo anche prevenire; non possiamo pensare di procedere ancora
semplicemente con politiche tampone. Bisogna avere il coraggio di
assumere decisioni che indirizzino i fondi nel modo giusto, evitando di
indirizzarli ancora per altri interventi.
Il timore viene da voi manifestato continuamente
chiedendo l'inserimento nei vari atti di indirizzo dell'espressione: «a
valutare l'opportunità di...»; occorre, invece, capire che ormai non è
più tempo di tergiversare, perché il Paese è in grande difficoltà, come è
stato ben illustrato da tutti gli interventi svolti in discussione
generale, anche commoventi e con una partecipazione emotiva notevole.
Per la trasversalità della tematica
dell'infanzia e dell'adolescenza, da tutti riconosciuta prioritaria, si è
registrata una convergenza che deve spronare il Governo ad avviare atti
concreti e seri, senza tentare di far credere ancora nell'esistenza di
aiuti quando poi non vi sono risvolti reali e sostanziali.
Vorrei sottolineare anche la questione della
mappatura. Noi abbiamo richiesto che venisse effettuata una mappatura
perché, anche se sappiamo che esistono alcuni dati (la rappresentante
del Governo ce ne ha indicati alcuni), riteniamo che occorra davvero
effettuare un monitoraggio del numero esatto delle case famiglia (come
ho già evidenziato nella illustrazione della mozione a mia firma) e
della validità delle strutture presenti sul territorio, per evitare di
continuare ad indirizzare fondi nella direzione sbagliata.
Infine, riteniamo importante che sia
rifinanziato tutto il mondo della scuola e dell'istruzione che può
arginare le conseguenze drammatiche per i ragazzi della devianza,
dell'uso di alcol e droghe e, non ultimo, dello sfruttamento minorile.
17 ottobre 2013
OGGI SONO INTERVENUTA AL SENATO PER PORTARE ALL'ATTENZIONE DELL'AULA LA RICHIESTA DI AIUTO DI UN PICCOLO IMPRENDITORE VESSATO DA EQUITALIA E COSTRETTO A SUBIRE UN PROCESSO PENALE PER IL MANCATO VERSAMENTO DI 49 EURO DI RITENUTE FISCALI E PREVIDENZIALI NEL MARZO 2009. ECCO IL MIO INTERVENTO INTEGRALE:
Signora Presidente, ieri si
è uccisa la prima imprenditrice donna. Siamo arrivati ad un livello
tale che anche le donne, che solitamente mostrano di avere più
resistenza, arrivano a cedere. Quindi il problema diventa sempre più
grave.
Prendo brevemente la parola per leggere a quest'Aula una delle tante mail
che giornalmente inondano i nostri indirizzi di posta elettronica, e
immagino anche i vostri: richieste di aiuto e storie di quotidiano
disagio che abbiamo il dovere non solo di portare in Aula, in qualità di
portavoce dei cittadini, ma anche di risolvere, soprattutto di
risolvere, affinché nessuno rimanga più indietro.
«Sono imprenditore dal 1996, ho 47 anni e ho
sempre interamente pagato i contributi previdenziali e le tasse. Lavoro
da una vita e attualmente verso 550 euro al mese ad Equitalia. Dovrò
farlo 72 volte perché il mio debito dagli iniziali 21.000 euro è salito a
39.000 mila euro: 18.000 euro di interessi che a voi sembrano pochi ma
per me, piccolo imprenditore, che ogni mese deve decidere se pagare i
dipendenti, il fìtto, il mutuo di casa, le tasse correnti, o gli
interessi alle banche, sono una zavorra. Tanti imprenditori onesti sono
nella mia stessa situazione, persone di 50-60 anni, che hanno sempre
dato lavoro e si trovano di fronte uno Stato nemico.
Dobbiamo stare attenti perché queste persone
stanno vivendo una pressione eccessiva. Per non aver versato a marzo
2009 le ritenute assistenziali e previdenziali a carico dei lavoratori
dipendenti, ammontanti alla cifra di 49 euro, ho ricevuto dal tribunale
un decreto penale di condanna con la richiesta di 20 giorni di
reclusione e 50 euro di multa o, in alternativa, il pagamento di una
multa di 5.050 euro. Avendo scelto il rito abbreviato, il 18 ottobre» -
domani - «saprò se dopo 25 anni di sacrifici la mia fedina penale sarà
ancora pulita oppure per lo Stato italiano sono un delinquente.
Ma vi sembra normale tutto ciò? In Italia un
piccolo imprenditore è costretto a fare impresa difendendosi dallo
Stato. E poi dicono che gli imprenditori si suicidano. Cosa dovremmo
fare di fronte a questo continuo stillicidio?».
È questo cari colleghi, come dicevo all'inizio del mio breve intervento, uno degli innumerevoli messaggi che riceviamo e che, ancora una volta, ci conferma una cosa: siamo in un Paese in cui il fisco è forte con i deboli e debole con i forti, in cui si continuano a non colpire i grandi evasori, preferendo invece perseguitare i piccoli e piccolissimi imprenditori che, nonostante la gravissima recessione economica, continuano coraggiosamente a fare impresa tra mille difficoltà.
Se non diamo loro risposte in tempi brevissimi,
ricreando un sentimento di fiducia nelle istituzioni e nella giustizia,
non riusciremo a salvaguardare o forse addirittura a recuperare, vista
la situazione, quel patto tra Stato e cittadini che è alla base di ogni
democrazia.
16 ottobre 2013
16 ottobre 2013
HO DEPOSITATO IN SENATO UNA MOZIONE, LA N. 1-00164, SUL TEMA DEL CONTRASTO ALLA POVERTA' MINORILE CON LA QUALE SI VUOLE IMPEGNARE IL GOVERNO A:
1) elaborare un serio, concreto ed
efficace piano di contrasto alla povertà minorile- adolescenziale e alla
dispersione scolastica, reperendo le necessarie risorse e considerando
lo stanziamento delle medesime non una spesa che genera debito bensì
come un investimento sul capitale umano finalizzato al progresso sociale
ed economico del Paese;
2) individuare urgentemente
disposizioni normative finalizzate a precisare che le condizioni di
indigenza dei genitori o del genitore esercente la potestà genitoriale
non possono essere di ostacolo all'esercizio del diritto del minore alla
propria famiglia;
3) effettuare il monitoraggio del
numero esatto delle case famiglia presenti su tutto il territorio
nazionale, al fine di tracciare la mappatura nazionale delle stesse;
4) prevedere ed attivare meccanismi di
controllo e vigilanza maggiormente efficaci sulle attività svolte dalle
comunità o case famiglia, al fine di testare l'effettiva necessità,
validità ed utilità dei progetti di affido previsti per ciascun minore;
5) procedere ad una riforma dei servizi
sociali al fine di rendere l'intervento degli stessi più selettivo ed
efficace e maggiorente calibrato sulle esigenze del minore.
19 settembre 2013
OGGI HO INDIRIZZATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E AL MINISTRO PER LE INFRASTRUTTURE UN ATTO DI SINDACATO ISPETTIVO, IL NUMERO 4-00874, PER CHIEDERE SE SIANO A CONOSCENZA DELLE NOTIZIE DI STAMPA SECONDO CUI L'ACCESSO AI CONTRIBUTI PER LA RICOSTRUZIONE SAREBBE PREVISTO ANCHE PER LE ABITAZIONI DEL QUARTIERE PETTINO DI L'AQUILA, NONOSTANTE SIA ORMAI STATA ACCERTATA DAL PUNTO DI VISTA STORICO-GEOLOGICO LA ALTISSIMA PERICOLOSITA' DELLA ZONA DAL PUNTO DI VISTA SISMICO.
8 Agosto 2013
OGGI HO INDIRIZZATO AL MINISTRO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI UNA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE, LA N. 4-00755, PER AVERE MAGGIORI INFORMAZIONI CIRCA I FONDI DISPONIBILI E I TEMPI OCCORRENTI PER IL RECUPERO E LA VALORIZZAZIONE DEL COMPLESSO EDILIZIO ISTITUTO FMA - PIAZZA LAURETANA 2 DI L'AQUILA, COMPRENDENTE LA CHIESA LAURETANA.
7 agosto 2013
DOPO ESSERE INTERVENUTA IN AULA IL 1 AGOSTO SCORSO PER EVIDENZIARE IL GRAVE SCEMPIO AMBIENTALE CHE SI STA CONSUMANDO AI DANNI DEL COMPLESSO MEDIEVALE DI TOR CHIESACCIA, NELL'AGRO ROMANO, HO ANCHE INDIRIZZATO AL MINISTRO DEI BENI E DELLE ATTIVITA' CULTURALI E DEL TURISMO UN ATTO DI SINDACATO ISPETTIVO, IL N. 4-00732, CHIEDENDOGLI SE NON SIA OPPORTUNO, NELL'AMBITO DELLE PROPRIE COMPETENZE, INTERVENIRE AFFINCHE' SIANO SOSPESE LE CONCESSIONI RILASCIATE DAL COMUNE DI ROMA AL GRUPPO CALTAGIRONE.
6 agosto 2013
IERI SONO INTERVENUTA IN AULA PER ILLUSTRARE IL MIO EMENDAMENTO AL DDL N. 974 ( DECRETO DEL FARE) FINALIZZATO A SOTTOPORRE NUOVAMENTE A VIA I PROCEDIMENTI CONCESSORI IN CORSO PER LE ATTIVITA' DI PROSPEZIONE IN MARE, AL FINE DI SALVAGUARDARE REALMENTE IL TERRITORIO E CANCELLARE IL MARGINE D'AZIONE ATTUALMENTE RICONOSCIUTO E GARANTITO ALLE COMPAGNIE PETROLIFERE DALLA NORMATIVA IN VIGORE.
ECCO IL TESTO DEL MIO INTERVENTO:
Signor Presidente,
approvando l'emendamento 41.6
abbiamo l'opportunità concreta di limitare i margini di profitto
derivanti dalle attività di prospezione, un'opportunità per
concretizzare i buoni propositi in più occasioni espressi da molti di
noi.
Siccome su questa problematica sono stati
presentati vari disegni di legge, oltre all'atto Senato n. 451 a mia
firma, chiedo un'approvazione unanime del Parlamento. Chi non voterà
oggi questo emendamento sarà responsabile dello scempio delle nostre
coste e dovrà assumersi la propria responsabilità davanti al Paese.
2 agosto 2013
HO INDIRIZZATO AI MINISTRI DELLO SVILUPPO ECONOMICO E DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE UNA INTERPELLANZA, LA N. 2-00057, IN MERITO ALLA COSTRUZIONE DEL GASDOTTO MASSAFRA-MINERBIO DA PARTE DELLA SNAM SPA.
1 agosto 2013
IL MIO INTERVENTO DI IERI IN AULA AL SENATO SULLA VIOLENZA AMBIENTALE CHE SI STA PERPETRANDO NELL'AREA COLLOCATA TRA LE VIE LAURENTINA E CASTEL DI LEVA A DANNO DEL COMPLESSO MONUMENTALE DI TOR CHIESACCIA, RISALENTE AL X SECOLO DC.
Presidente, Colleghi
prendo brevemente la parola per porre all'attenzione
di quest'aula e del Governo lo scempio ambientale che si sta verificando nella
zona collocata tra le vie Laurentina e Castel di Leva, a danno del complesso
monumentale medievale di Tor Chiesaccia, risalente al X secolo DC e sottoposto
a tutela ai sensi del Decreto
Legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004.
Nonostante sia vincolata all'inedificabilità dal piano
paesaggistico della Regione Lazio n. 15/3 (Tutela Integrale), l'area intorno
alle rovine di Tor Chiesaccia è oggetto di innumerevoli violazioni e difformità
urbanistiche a causa di alcune concessioni edilizie, "allegramente"
assegnate al gruppo imprenditoriale Caltagirone.
Permessi che hanno tranquillamente consentito la
costruzione di palazzi molto più alti, fino a 5 piani in più, rispetto alle
prescrizioni contenute nella Valutazione d'Impatto Ambientale regionale, dove
l'area risulta destinata a verde e servizi pubblici.
Tali costruzioni, oltre ad essere innalzate sulle mura
del campo fortificato e una necropoli, derogano spudoratamente al divieto di
edificare o alterare i terreni entro i 100 metri dalla Torre, come stabilito in
un Decreto della Direzione Regionale della Soprintendenza per i Beni
Architettonici e Paesaggistici (DDR 18/11/2009), che vieta inoltre di
“precludere con eventuali costruzioni il profilo e la percezione della Torre”,
preclusione inevitabile se due palazzoni di 7 piani fossero edificati.
A ciò si aggiungono il proliferare di incendi dolosi
volti a danneggiare i monumenti ed il crollo, verificatosi nel gennaio, scorso
di una parte della Chiesa Medievale a causa delle vibrazioni prodotte da
escavatori e camion operanti nel cantiere.
Chiedo, pertanto, in quest'aula un intervento decisivo
del Governo e del Ministro per i Beni e le attività Culturali affinché sospenda
tutte le concessioni rilasciate dal Comune di Roma, in quanto l'area - come si
legge in una relazione dello stesso Ministero di qualche anno fa - "si distingue
per l'alta qualità paesaggistica, l'ampiezza dei quadri panoramici, la
stratificata articolazione del sistema insediativo storico e la notevole
diffusione di beni archeologici e architettonici" del quale Tor Chiesaccia
è il principale e quello di maggior pregio, assieme ai limitrofi casali di
bonifica dell'Agro Romano. A tal proposito è urgente verificare per quale
motivo l'istruttoria prodotta dal responsabile di zona arch. Gnarra che,
rilevando i vincoli ex art 10 comma 1 ed ex parte II del Decreto Legislativo n.
42/2004, richiedeva la sospensione di ogni opera urbanistica sull'area, sia
stata misteriosamente “smarrita”, con il funzionario “trasferito” ad altro
incarico.
31 luglio 2013
Questa settimana inizierà nelle Commissioni Affari Costituzionali e Bilancio del Senato l'esame del Disegno di Legge n. 974 di conversione del Decreto Legge n.69 / 2013 (meglio conosciuto come Decreto del Fare) contenente disposizioni urgenti per il Rilancio dell'Economia.
Ho presentato in merito alcuni emendamenti, tra i quali quello che mira alla modifica dell'articolo 6, comma 17, del Decreto Legislativo n. 152 /2006 sulle prospezioni petrolifere e al ripristino del divieto di attività di ricerca e di
prospezione, alla luce soprattutto di quanto sta accadendo in Abruzzo con il progetto "Ombrina Mare 2".
L'obiettivo dell'emendamento è riportare l'attività di coltivazione di
idrocarburi liquidi e gassosi in mare entro le 12 miglia, cosi come era stato
stabilito dal decreto legislativo 29 giugno 2010, n. 128 e di sottoporre nuovamente a V.I.A. i procedimenti concessori in corso, al fine di salvaguardare realmente il territorio e cancellare l'estensione del margine
di azione riconosciuto e garantito alle compagnie petrolifere dall'attuale
normativa. Ecco il testo del mio emendamento:
A.S. 974
EMENDAMENTO 41.6
ART.41
Dopo
il comma 2, inserire i seguenti:
"2-bis. 1. All'articolo 6, comma 17, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) al secondo periodo, le parole da: «, fatti salvi» fino alla fine del periodo sono soppresse;
b) al terzo periodo, le parole da: «, fatte salve» fino alla fine del periodo sono soppresse.
2-ter. L'efficacia dei procedimenti concessori e dei titoli abilitativi, già rilasciati alla data di entrata in vigore della presente legge, ai fini dell'esecuzione delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi è sospesa. Le medesime attività sono sottoposte a nuova procedura di valutazione di impatto ambientale di cui agli articoli 21 e seguenti del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e a valutazione ambientale strategica di cui agli articoli 11 e seguenti del medesimo decreto, d'intesa con la regione e previa acquisizione del parere degli enti locali.
BLUNDO, CASTALDI, SANTANGELO, AIROLA, BENCINI, BERTOROTTA, BOCCHINO, BOTTICI, BUCCARELLA, CAMPANELLA, CAPPELLETTI, CASALETTO, CATALFO, CIAMPOLILLO, CIOFFI, COTTI, DE PIETRO, DE PIN, DONNO, ENDRIZZI, FUCKSIA, GAETTI, GAMBARO, GIARRUSSO, GIROTTO, LEZZI, LUCIDI, MONTEVECCHI, MORONESE, MORRA, NUGNES, PAGLINI, PETROCELLI, SCIBONA, SERRA, SIMEONI, TAVERNA, VACCIANO
Riporto di seguito il testo degli emendamenti, che ho presentato in aula, al Disegno di Legge n. 890 riguardante misure urgenti per l'occupazione, in particolare quella giovanile, imposta sul valore aggiunto (IVA) e ulteriori misure finanziarie urgenti.
EMENDAMENTO 1.211
Al comma 2, lettera b), dopo la parola: «siano», inserire le seguenti: «in possesso o».
BLUNDO
L'emendamento intende riconoscere un incentivo ai
datori di lavoro nel caso di assunzione a tempo indeterminato anche di giovani
dai 18 ai 29 anni in possesso di diploma di scuola media superiore o
professionale. Si vuole in questo modo evitare che gli stessi incentivi siano
riconosciuti al datore di lavoro solo nel caso di assunzione di giovani privi
del titolo di studio.
EMENDAMENTO 1.225
Al comma 9, dopo le parole: «la fruizione
dell'incentivo stesso», inserire le seguenti: «entro sette giorni dal
ricevimento delle domande l'INPS comunica l'esito della richiesta di
ammissione all'incentivo»
BLUNDO
BLUNDO
Il presente emendamento stabilisce che l’Inps deve adeguare le proprie procedure informatizzate allo scopo di poter comunicare entro sette giorni dal ricevimento delle domande l'INPS l'esito della richiesta di ammissione all'incentivo presentate dai datori di lavoro.
EMENDAMENTO 3.211
Al comma 2, sostituire le parole: «delle regioni del Mezzogiorno», con le seguenti: «delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
BLUNDO
I commi da 2 a 5 dell'articolo 3 dispongono
un'estensione della sperimentazione della social card, nei limiti di 100
milioni di euro per il 2014 e di 67 milioni per il 2015, a tutti gli altri
comuni di delle regioni del Mezzogiorno.
Il presente emendamento è volto a superare
possibili incertezze interpretative del testo specificando quali regioni si
intendano come regioni del Mezzogiorno
EMENDAMENTO 3.208
Sopprimere i commi 2, 3, 4, 5.
BLUNDO
BLUNDO
Il
presente emendamento è volto alla soppressione di queste disposizioni.
L’introduzione
della C.d. Social-Card non costituisce e non ha costituito intervento adeguato
alla situazione di grave emergenza sociale. Ulteriori tentativi di regolare
l’apporto economico degli appositi fondi europei tramite il solo utilizzo di
carte di acquisto rischia di comportare mancata assistenza da parte dello Stato
per milioni di cittadini in condizioni di povertà o di esclusione sociale.
EMENDAMENTO 9.204
Sopprimere il comma 3.
BLUNDO
BLUNDO
Il presente emendamento è finalizzato alla
soppressione della disposizione che consente la trasformazione del contratto di
apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale nel contratto di apprendistato
professionalizzante ( o contratto di mestiere)
Il periodo scolastico attiene alla fase di
formazione scolastica e non dovrebbe fare da cumulo con l’apprendistato. Sono
due cose differenti.
EMENDAMENTO 10.204
Sopprimere il comma 7
BLUNDO
Il
comma 7 dell'articolo 10 esclude i trasferimenti erariali in favore delle
regioni relativi alle politiche sociali e alle non autosufficienze da quelli
che sono assoggettati a riduzione nel caso di mancata adozione da parte della
regione delle misure di "riduzione dei costi della politica"
di cui all'art. 1 del D.L. 10 ottobre 2012, n. 174.
Si
ricorda che la norma fino ad ora vigente già esclude dall'àmbito della
riduzione i trasferimenti erariali destinati al finanziamento del Servizio
sanitario nazionale e al trasporto pubblico locale.
Il presente emendamento è volto alla soppressione
di tale disposizione.
23 luglio 2013
Nella seduta pomeridiana di ieri sono intervenuta in aula al Senato durante la Discussione Generale per il Disegno di Legge n. 890 recante "primi interventi urgenti per la promozione dell'occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonche' in materia di Imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misure finanziarie urgenti".
Di seguito il mio intervento integrale:
Signor Presidente, Gentili colleghi,
si discute per l'ennesima volta di
nuove ed urgenti misure a sostegno dell'occupazione, soprattutto
giovanile; un provvedimento non più rinviabile e imposto dalla crisi
economica ed occupazionale che sta investendo il nostro Paese.
Consentitemi però di fare alcune riflessioni ed evidenziare alcuni
aspetti.
Per l'ennesima volta è stato predisposto un provvedimento omnibus,
finalizzato cioè a disciplinare con la solita approssimazione settori e
materie assolutamente eterogenee, con il risultato di un testo
normativo che, al pari di molti altri, detta norme che andranno a
compromettere i delicati e complessi equilibri degli istituti giuridici
vigenti. Appare essere un provvedimento istituzionale obbligato, che
rende più marcata la riforma Gelmini, e non un intervento a favore di
quanti si trovino in difficoltà.
Ad esempio, non possono non essere sottolineate
le oggettive difficoltà del provvedimento nel disciplinare interventi a
favore dei giovani frequentanti le scuole secondarie di secondo grado.
All'interno del testo non sono state infatti previste norme di raccordo
con l'articolo 4 della legge 28 marzo 2003, n. 53, e il successivo
decreto legislativo 15 aprile 2005, n. 77, riguardo alle norme generali
relative all'alternanza scuola-lavoro. L'articolo 4, comma 2, del
decreto legislativo n. 77 del 2005, signor Ministro, prescrive infatti,
quanto segue: «I periodi di apprendimento mediante esperienze di lavoro
fanno parte integrante dei percorsi formativi personalizzati, volti alla
realizzazione del profilo educativo, culturale e professionale del
corso di studi e degli obiettivi generali e specifici di apprendimento
stabiliti a livello nazionale e regionale».
L'obiettivo del decreto legislativo n. 77,
quindi, è di far acquisire agli studenti, a partire dal quindicesimo
anno d'età, con esperienze nel mondo del lavoro, soltanto alcune
competenze professionali unitamente ad altre non necessariamente legate
ad una professione o ad una disciplina specifica, ma spendibili in
diversi contesti e per finalità formative non paragonabili a quelle che
si vogliono disciplinare con i commi 4, 7, 10 e 13 dell'articolo 2
dell'attuale testo in Aula.
Si regolamenta la scuola e non il lavoro, si privilegia la formazione e non l'inserimento nel mondo del lavoro.
Nel disegno di legge n. 890, invece, si vuole
confondere il periodo di studio con gli interventi strutturati per
l'apprendistato e con l'adeguamento delle abilità professionali per
persone che nulla hanno a che fare con i banchi di scuola. Si dimentica
forse che l'Italia soffre dal punto di vista occupazionale ormai da
molti anni e discutere ancora in quest'Aula di una problematica,
trasformata nel tempo in una vera e propria emergenza sociale,
significa, signori, certificare il fallimento delle politiche di
sostegno all'occupazione messe in atto nell'ultimo decennio, anzi
nell'ultimo ventennio, dai Governi di qualsiasi colore politico posti al
timone del Paese. Il tasso di disoccupazione si attesta al 12,2 per
cento, in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto a dicembre e di 2,1
punti negli ultimi dodici mesi.
Sono stati spesi innumerevoli discorsi sulla
necessaria conversione del nostro Paese ad un mercato del lavoro
maggiormente flessibile, un'evoluzione presentata come propedeutica ai
vertiginosi ed immediati aumenti dei posti di lavoro. La realtà che
negli ultimi anni si è palesata, però, è del tutto opposta e può essere
riassunta in un'unica parola: precarietà; precarietà del posto di lavoro
che inevitabilmente si trasforma in precarietà della vita. Ma,
paradossalmente, con la terribile crisi economica che stiamo vivendo,
chi ha un'occupazione precaria può anche definirsi fortunato rispetto a
chi non ha un lavoro o, come troppo spesso accade (anche in questi
Palazzi), l'ha perduto.
Tra i quindici-ventiquattrenni le persone in
cerca di lavoro sono 655.000 e rappresentano il 10,9 per cento. In
questa fascia d'età il tasso di disoccupazione, ovvero l'incidenza dei
disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 38,7 per
cento. Dati allarmanti che non possono più essere ignorati, tanto più
che nella percentuale vengono considerati, in numero crescente, anche
gli adolescenti. Si registra un aumento dell'abbandono scolastico, non
soltanto nel Mezzogiorno, ma nell'intero Paese, così come una
diminuzione delle iscrizioni all'università. Questo sì che è davvero
preoccupante per la cultura. Eppure non sono previsti neanche questa
volta degli interventi di carattere strutturale, finalizzati a garantire
una vera e maggiore occupazione, ma solo degli interventi palliativi,
come ben spiegato da tutti voi colleghi.
Il presidente del Consiglio Letta, nei primi
giorni del suo mandato, aveva fatto riferimento alla creazione di
200.000 posti di lavoro. Ora, ipotizzando l'utilizzo di tutti i fondi
disponibili previsti dal provvedimento, si è ben lontani da quei numeri e
anche dai 100.000 posti cui ha fatto riferimento il ministro
Giovannini come risultato di queste misure. Gli stanziamenti previsti,
infatti, sono 26 milioni per due anni più 28 milioni per il 2015 per
l'autoimprenditorialità e l'autoimpiego ed altrettanti milioni per la
realizzazione di progetti di infrastrutturazione sociale e
valorizzazione dei beni pubblici nel Mezzogiorno, presentati dai giovani
e dai soggetti appartenenti alle categorie svantaggiate. Infine, solo
56 milioni di euro in tre anni per le borse di tirocinio formativo in
favore di giovani dai diciotto a ventinove anni che non lavorino, non
studino e non partecipino ad alcuna attività di formazione, ma residenti
o domiciliati nelle regioni del Mezzogiorno.
Il provvedimento in esame contiene inoltre
misure con le quali si prevedono riduzioni del costo del lavoro, fino
all'esaurimento delle risorse disponibili, per l'assunzione di persone
con meno di trent'anni. Gli sgravi possono avere una durata massima di
diciotto mesi (nel caso di nuove assunzioni) oppure di dodici mesi (nel
caso di trasformazioni di contratti a tempo determinato in contratti a
tempo indeterminato).
L'esperienza passata ci dimostra però che gli
incentivi alle assunzioni aventi carattere temporaneo sono del tutto
inefficaci in quanto creano pochi posti di lavoro e ne beneficiano solo
le imprese che farebbero comunque queste assunzioni.
Sorge poi spontanea un'altra domanda: quale
datore di lavoro decide di creare veri posti a tempo indeterminato,
sulla base di un contributo pubblico che potrebbe non essere erogato,
vista la limitata disponibilità delle risorse?
Oltre queste criticità che ho evidenziato, non
ho potuto fare a meno di notare nel testo la mancanza di riferimenti ad
un territorio martoriato come quello dell'Abruzzo, con un altissimo
tasso di disoccupazione, al punto che il relatore ha dovuto aggiungere,
al termine dei lavori in Commissione, una chiarificazione, che non era
presente nella versione originale, elencando espressamente le Regioni
destinatarie degli incentivi. Con quest'ultimo emendamento avete
dimostrato di saper andare oltre le inutili passerelle. Auspichiamo che
la strada intrapresa continui ad essere percorsa.
19 luglio 2013
11 luglio 2013
QUESTA MATTINA HO INDIRIZZATO AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA UNA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SULLA RIFORMA DELLA GEOGRAFIA GIUDIZIARIA, LA N. 3-00230 CHE SACRIFICHEREBBE I TRIBUNALI DI SULMONA E AVEZZANO. SUL TEMA HO ANCHE PRESENTATO UN DISEGNO DI LEGGE, IL N. 938 PER LA PROROGA DAL 2015, COME ATTUALMENTE PREVISTO, AL 2018, DELL'ENTRATA IN VIGORE DELLA RIFORMA PER I TRIBUNALI ABRUZZESI.
QUESTA MATTINA SONO ANCHE INTERVENUTA IN AULA AL SENATO PER ILLUSTRARE ALCUNI DEGLI EMENDAMENTI PRESENTATI DAL M5S SUL DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE N. 813 RELATIVO ALLA ISTITUZIONE DEL COMITATO PER LE RIFORME COSTITUZIONALI.
DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DEI MIEI INTERVENTI:
EMENDAMENTO 2.38
Il
seguente emendamento mira a stabilire che ulteriori disposizioni riguardanti il
Comitato debbano essere esclusivamente di natura organizzativa e non possano
inoltre derogare ai regolamenti della Camera. Questa modifica viene proposta al
fine tutelare Camera e Senato, già ampiamente esautorate dei loro compiti
costituzionali dalla prassi parlamentare e garantire pertanto la giusta partecipazione
al dibattito di senatori e deputati non componenti del comitato
. EMENDAMENTO 5.2
Presidente,
Colleghi
Con
il presente emendamento s'intende sottoporre in ogni caso a referendum popolare
il disegno di legge o i disegni di legge costituzionali elaborati prima dal
comitato e poi dalle assemblee in deroga all’art.138. L’emendamento
proposto dal movimento 5 stelle, in linea con i principi della costituzione e
con le richieste dei cittadini, vuole garantire il maggior rispetto e
recuperare l'elemento partecipativo che deve caratterizzare qualsiasi
democrazia, che voglia effettivamente definirsi tale. Ora l'approvazione di
questo emendamento permetterebbe di supportare la deroga all’art.138,attraverso
il fondamentale intervento dei cittadini elettori accelerando, per altro,
ulteriormente i tempi con il risparmio dei tre mesi, ovvero il tempo
intercorrente tra la definitiva approvazione del presente disegno di legge
costituzionale e la possibile richiesta referendaria successiva, ma questa
volta a vantaggio di un vero rispetto degli elettori che ci hanno incaricato di
stare qui a lavorare per loro, riconoscendo la necessità di sottoporre la
presente legge costituzionale a referendum popolare prima della sua
promulgazione ed entrata in vigore, a prescindere dall'utilizzo o meno di una
eventuale richiesta, di un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila
elettori o cinque Consigli regionali prevista dalla vigente Costituzione.
Colleghi
vi invito a riflettere come questo emendamento raccolga una disposizione
contenuta nel Disegno di Legge "Quorum Zero" presentato dal Movimento
Cinque Stelle, a mia prima firma, che alcuni di voi sono stati propensi a
sottoscrivere estrapolando la parte di modifica del vincolo di mandato. Si
tratta di una proposta di legge presentata nella scorsa legislatura con
50000 firme raccolte tra i cittadini e ingiustamente ignorata e mai portata in
discussione, un disegno di legge che chiede con chiarezza l’incentivazione
degli strumenti democratici ed intende riconoscere ai cittadini anche il
diritto di revisione della Costituzione, mediante l’iter previsto per le
proposte di legge d'iniziativa popolare, con un abbassamento dei limiti del
quorum. L'approvazione, pertanto, di questo emendamento sarebbe il primo passo
verso un riconoscimento della sovranità popolare, segno chiaro di un processo
innovatore che noi rappresentiamo e che voi spesso promettete nei salotti
televisivi e nelle numerose conferenze stampa senza mai concretizzare.
EMENDAMENTO 5.4
Presidente, Rappresentanti del Governo, Gentili Colleghi
Riconfermando
quanto già detto e a seguito della bocciatura dell'Emendamento 5.2 preciso che
l'emendamento in questione elimina i requisiti per l'indizione del referendum
riconoscendo automaticamente ai cittadini il diritto di pronunciarsi in merito
alle leggi costituzionali che verranno predisposte dal Comitato e rese
pubbliche tramite una piattaforma on line, come da noi richiesto e approvato
con gli emendamenti precedenti e come affermato anche dalla Presidente
Finocchiaro.
Riteniamo ormai non più differibile una concreta dimostrazione di rispetto del volere dei cittadini. E' l'ultima occasione che abbiamo per iniziare un vero rinnovamento e restituire la speranza, a quanti non si sentono più da voi rappresentati, di veder ristabilita la democrazia nel nostro paese. I cittadini chiedono di essere ascoltati e questo vi eviterà il timore di essere travolti dai cittadini
EMENDAMENTI 5.5 e 5.6
Presidente,
Gentile Ministro e Colleghi
l'articolo
5 del disegno di legge stabilisce che, anche se i progetti di legge sono
approvati dai due terzi dei componenti di ciascuna Camera, si procede comunque
a referendum . Tuttavia il referendum non è automatico ma si può procedere alla
consultazione referendaria se e solo se vi sarà la richiesta di 1/5 dei membri
di una Camera o di 500.000 elettori o di 5 Consigli Regionali.
L'emendamento 5.5 dunque, dopo l'avvenuta bocciatura anche dell'emendamento
5.4, intende perlomeno ridurre il numero dei deputati e senatori
richiedenti da 1/5 a 1/10 di ciascuna Camera, nonostante l'approvazione
delle leggi costituzionali avvenuta con maggioranza dei due terzi da parte di
entrambe le camere, al fine di tutelare e rispettare anche le opposizioni
parlamentari. Analogamente l'emendamento successivo 5.6 intende ridurre il
numero delle firme raccolte in tre mesi dagli elettori richiedenti portandolo
da 500.000 a 50.000.
Si
vuole così in entrambi i casi semplificare e velocizzare la procedura che
permetterebbe ai cittadini di approvare o meno, mediante la maggioranza dei
voti validi, le revisioni costituzionali prodotte dal
Comitato.
2 Luglio 2013
OGGI HO INDIRIZZATO AL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO E AL MINISTRO DELL'AMBIENTE UNA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE, LA N. 4-00477 CHIEDENDO SE SIA O MENO IN PROGRAMMAZIONE DA PARTE DEL GOVERNO UN INTERVENTO DI RIORDINO DEL MECCANISMO DI RILASCIO DEI CERTIFICATI VERDI E, IN GENERALE, DEL SISTEMA DEGLI INCENTIVI PUBBLICI PER GLI IMPIANTI A BIOMASSE.
20 Giugno 2013
Presidente,
Colleghi,
vorrei far notare che, in previsione
di una rapida approvazione da parte dell'Unione Europea della macroregione
Adriatico-Ionica, nella seduta del 18 gennaio 2012 la Commissione Lavori
Pubblici e Comunicazioni del Senato ha posto l'accento sulla necessità di
un'ulteriore istruttoria a livello europeo affinché nell'ambito dell'attività
di definizione dei tracciati, che si andranno a realizzare entro il 2020, sia
compresa la direttrice Ancona - Pescara - Bari - Taranto - Lecce quale
prosecuzione del corridoio Baltico-Adriatico. Una richiesta che ha acquisito
ulteriore forza politica grazie all'approvazione all'unanimità, da parte di quest'aula l'11 gennaio 2012, di
una mozione che ha invitato l'Unione europea ad approvare in tempi rapidi la macroregione Adriatico-Ionica.
La nostra motivazione è però del
tutto antitetica a quella ispiratrice della mozione in oggetto, infatti il
prolungamento del corridoio Baltico-Adriatico non deve essere inteso come atto che
trasformi l'Italia in una piattaforma di interscambio, per i traffici
commerciali tra Oriente ed Occidente, in quanto sarebbe distruttivo del tessuto
territoriale per l’enorme impatto delle strutture necessarie alle piattaforme
logistiche. E’ prioritario invece che la
dorsale adriatica rientri nel progetto TransEuropeanNetwork-Train (TEN-T) in quanto l’Italia necessita di un
collegamento efficiente sia in termini interni, che in termini di
interconnessione con le reti europee inserendosi nel quadro di un più ampio
collegamento tra il Mare del Nord e il Mare Adriatico.
Facciamo però notare a quest'aula che
la Dorsale Adriatica presenta attualmente notevoli criticità che si intrecciano
e vanno oltre la programmazione Finanziaria Europea 2014-2020, criticità che
richiedono una disamina complessiva, anche dei collegamenti ferroviari
regionali ed interregionali, nella ferma convinzione che non possano esistere
città ed utenti di seria A e di serie B. Su questo versante il ritardo è
notevolissimo rispetto all’offerta prevista lungo la Direttrice Centrale (DC) Napoli-Roma-Bologna-Milano.
Il prolungamento del corridoio baltico va visto quindi NON nell’ottica di creare una nuova linea AltaVelocità/AltaCapacità o convertire, a costi esorbitanti, la linea attuale in una AltaVelocità/AltaCapacità, ma piuttosto nell’equiparare l’offerta ferroviaria a quella della linea tirrenica, sia in termini di costi per l’utenza, che di rapidità nei collegamenti.
E’ questa l’iniquità che occorre mettere a fuoco per migliorare l’offerta dei servizi di trasporto regionali ed interregionali. Inoltre, lungo la Direttrice Adriatica sono assenti i treni Regionali Veloci, obbligando i cittadini ad acquistare solo il servizio più costoso. Se poi aggiungiamo il fatto che spesso i treni Intercity che percorrono la Direttrice Adriatica viaggiano a velocità più bassa di quella dei Regionali Veloci, i danni subiti dai cittadini sono evidentissimi. A soffrire di questa situazione sono soprattutto regioni come le Marche, il Molise e in particolar modo la regione Abruzzo, penalizzata a tal punto che le città rasentano l'isolamento.
A titolo puramente esemplificativo Pescara, pur rappresentando un riferimento commerciale per l'intera regione Abruzzo, è trascurata da RFI, riguardo i collegamenti da e per la città in totale violazione del contratto di servizio firmato con la Regione. E' drasticamente diminuita anche l'offerta di treni regionali e interregionali. I treni notturni verso il nord sono stati ridotti o non fermano più a Pescara e la stazione pescarese nel suo complesso registra una situazione di persistente degrado ed abbandono. Tra l’altro queste problematiche ed altre riguardanti l’interconnessione adriatico-tirreno sono in attesa di risposta da parte del Ministro dei Trasporti al quale è stato sottoposto un Atto di Sindacato Ispettivo.
Anche per questo, parlando di
collegamenti ferroviari, bisogna quindi pensare alla costruzione di
infrastrutture veramente strategiche
per le connessioni del nostro paese con l'Europa ed è quindi necessario ragionare
ed elaborare una strategia complessiva di rilancio del sistema di trasporto e
relazione con le maggiori città italiane, anche in un ottica regionale ed
interregionale, che tenga conto delle reali necessità dei territori, senza
trascurare le nostre località di pregio ambientale, storico ed artistico anche
ai fini di un sano turismo culturale, autentica risorsa e vero petrolio del Paese.
18 Giugno 2013
OGGI HO INDIRIZZATO AL MINISTRO DEI TRASPORTI E DELLE INFRASTRUTTURE MAURIZIO LUPI UNA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE, LA N. 4-00367 SULLE GRAVI CARENZE DEL SISTEMA FERROVIARIO ABRUZZESE.
IL TESTO INTEGRALE DEI MIEI DUE ORDINI DEL GIORNO CHE PRESENTERO' IN AULA PER IL DDL N.576 SULLE EMERGENZE AMBIENTALI.
ORDINE
DEL GIORNO
A.S.
576
Il
Senato,
in
sede di esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge 26 aprile
2013, n. 43, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'area industriale
di Piombino, di contrasto ad emergenze ambientali, in favore delle zone
terremotate del maggio 2012 e per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e la
realizzazione degli interventi per Expo 2015,
premesso che
:
sono un
centinaio i comuni abruzzesi, colpiti dal sisma del 6 aprile 2009, definiti
"fuori cratere", ubicati nelle quattro province abruzzesi di
L'Aquila, Pescara, Chieti e Teramo, per un totale di 150mila abitanti. Molti di
essi, soprattutto quelli ricompresi nelle Valli Peligna e Subequana, hanno
subito danni importanti agli immobili privati e pubblici, al pari di quelli
registrati nei comuni ricompresi nel cratere e accertati dalle valutazioni
della Protezione Civile ;
con la fine
della fase di emergenza ed il passaggio alla fase di ricostruzione, tutti i
provvedimenti finora emanati hanno trascurato le gravi problematiche dei comuni
fuori cratere, disattendendo anche quanto stabilito nel decreto-legge 28 aprile
2009, n. 39, convertito con modificazioni nella legge 24 giugno 2009, n. 77,
recante "Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli
eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori
interventi urgenti di protezione civile", che assegna contributi a tutti i
comuni danneggiati dentro e fuori cratere, senza prevedere alcuna ripartizione;
considerato
che:
i cittadini
dei "Comuni fuori cratere" hanno ricevuto, tra il 15 settembre 2012 e
il 31 dicembre 2012, il decreto di attribuzione del contributo e, pena la
perdita delle somme assegnate, sono stati costretti ad aprire il cantiere, trovandosi
successivamente nella paradossale situazione di non poter ultimare i lavori se
non attraverso l'anticipo alle imprese edili delle somme dovute dallo Stato. Si
registra, infatti, una situazione in cui le imprese versano nell'incertezza
della disponibilità delle risorse e le banche concedono credito alle
medesime aziende solo con garanzia delle ditte o dei committenti, i quali
dovrebbero subentrare nei pagamenti nel caso in cui lo Stato non erogasse i
contributi entro i successivi 6 mesi. A tale situazione si deve aggiungere che
le recenti norme approvate impongono la chiusura dei lavori nei termini, pena
la decurtazione parziale del contributo assegnato;
gli abitanti
dei "comuni fuori cratere" aventi diritto alla ristrutturazione delle
loro abitazioni hanno avuto assegnati 55 milioni di euro per il prossimo
triennio, precisamente 40 milioni per il 2013, 10 milioni per il 2014 e 5
milioni per il 2015, di cui circa 46 milioni solo per i comuni della provincia
dell'Aquila, al fronte del fatto che i sindaci dei comuni citati abbiano già
decretato una spesa di 75 milioni di euro. Peraltro le risorse assegnate non
risultano ancora effettivamente disponibili. Risulterebbe che per la Protezione
Civile, sulla base delle stime presentate dai sindaci dei comuni fuori cratere,
ancora in fase di valutazione, occorrerebbero risorse per 250 milioni di euro.
Risultano invece impiegati, dai comuni del cratere e dalla città dell'Aquila, i
due 2,2 miliardi messi a disposizione dalla delibera Cipe n. 35 / 2009;
impegna il Governo :
ad
adottare urgentemente, per quanto di propria competenza, le opportune misure,
anche di carattere normativo, per la pronta esecuzione dei lavori approvati dai
vari Comuni situati fuori dal cratere sismico e già autorizzati con decreto
sindacale, assicurando l'utilizzo dei 55 milioni di euro stanziati con la
delibera Cipe n. 135 del 21 dicembre 2012 in favore dei "comuni fuori
cratere";
ad
assicurare che, per l'erogazione dei contributi autorizzati con decreto
sindacale, sia previsto un criterio cronologico che faccia riferimento alla
data di presentazione della domanda di contributo, escludendo così che i
cittadini paghino eventuali costi dei ritardi delle proprie Amministrazioni;
ad adottare
le opportune misure, anche di carattere normativo, volte a promuovere la
stipula di convenzioni con le associazioni di categoria del sistema creditizio,
sulla scia di quanto già fatto per il Comune dell'Aquila, al fine di favorire
l’avvio da parte delle imprese edili dei lavori autorizzati, eventualmente
anche attraverso una forma di garanzia prestata dallo Stato;
ad
individuare anche forme di compensazione fra crediti e debiti delle imprese
edili e/o degli istituti creditizi sulla falsa riga di quanto disposto con il
decreto-legge n. 35 del 2013 in materia di debiti della PA;
a rivedere
le norme sui termini e le sanzioni per il ritardo nella chiusura dei cantieri
nei casi in cui il mancato rispetto dei termini medesimi sia dovuto a ritardi e
incertezze dei pagamenti da parte di Stato ed enti territoriali;
a valutare
l'opportunità di riunificare gli Uffici Speciali per la Ricostruzione, ai fini
della razionalizzazione della spesa e della maggiore rapidità nell'esame delle
richieste di contributo presentate, assegnando loro, temporaneamente, parte
delle risorse umane impiegate nelle attività di supporto degli uffici tecnici
comunali esistenti.
BLUNDO
Il
Senato,
in
sede di esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge 26 aprile
2013, n. 43, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'area industriale
di Piombino, di contrasto ad emergenze ambientali, in favore delle zone
terremotate del maggio 2012 e per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e la
realizzazione degli interventi per Expo 2015,
premesso che
:
sono un
centinaio i comuni abruzzesi, colpiti dal sisma del 6 aprile 2009, definiti
"fuori cratere", ubicati nelle quattro province abruzzesi di
L'Aquila, Pescara, Chieti e Teramo, per un totale di 150mila abitanti. Molti di
essi, soprattutto quelli ricompresi nelle Valli Peligna e Subequana, hanno
subito danni importanti agli immobili privati e pubblici, al pari di quelli
registrati nei comuni ricompresi nel cratere e accertati dalle valutazioni
della Protezione Civile ;
con la fine
della fase di emergenza ed il passaggio alla fase di ricostruzione, tutti i
provvedimenti finora emanati hanno trascurato le gravi problematiche dei comuni
fuori cratere, disattendendo anche quanto stabilito nel decreto-legge 28 aprile
2009, n. 39, convertito con modificazioni nella legge 24 giugno 2009, n. 77,
recante "Interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli
eventi sismici nella regione Abruzzo nel mese di aprile 2009 e ulteriori
interventi urgenti di protezione civile", che assegna contributi a tutti i
comuni danneggiati dentro e fuori cratere, senza prevedere alcuna ripartizione;
considerato
che:
i cittadini
dei "Comuni fuori cratere" hanno ricevuto, tra il 15 settembre 2012 e
il 31 dicembre 2012, il decreto di attribuzione del contributo e, pena la
perdita delle somme assegnate, sono stati costretti ad aprire il cantiere, trovandosi
successivamente nella paradossale situazione di non poter ultimare i lavori se
non attraverso l'anticipo alle imprese edili delle somme dovute dallo Stato. Si
registra, infatti, una situazione in cui le imprese versano nell'incertezza
della disponibilità delle risorse e le banche concedono credito alle
medesime aziende solo con garanzia delle ditte o dei committenti, i quali
dovrebbero subentrare nei pagamenti nel caso in cui lo Stato non erogasse i
contributi entro i successivi 6 mesi. A tale situazione si deve aggiungere che
le recenti norme approvate impongono la chiusura dei lavori nei termini, pena
la decurtazione parziale del contributo assegnato;
gli abitanti
dei "comuni fuori cratere" aventi diritto alla ristrutturazione delle
loro abitazioni hanno avuto assegnati 55 milioni di euro per il prossimo
triennio, precisamente 40 milioni per il 2013, 10 milioni per il 2014 e 5
milioni per il 2015, di cui circa 46 milioni solo per i comuni della provincia
dell'Aquila, al fronte del fatto che i sindaci dei comuni citati abbiano già
decretato una spesa di 75 milioni di euro. Peraltro le risorse assegnate non
risultano ancora effettivamente disponibili. Risulterebbe che per la Protezione
Civile, sulla base delle stime presentate dai sindaci dei comuni fuori cratere,
ancora in fase di valutazione, occorrerebbero risorse per 250 milioni di euro.
Risultano invece impiegati, dai comuni del cratere e dalla città dell'Aquila, i
due 2,2 miliardi messi a disposizione dalla delibera Cipe n. 35 / 2009;
impegna il Governo :
ad
adottare urgentemente, per quanto di propria competenza, le opportune misure,
anche di carattere normativo, per la pronta esecuzione dei lavori approvati dai
vari Comuni situati fuori dal cratere sismico e già autorizzati con decreto
sindacale, assicurando l'utilizzo dei 55 milioni di euro stanziati con la
delibera Cipe n. 135 del 21 dicembre 2012 in favore dei "comuni fuori
cratere";
ad
assicurare che, per l'erogazione dei contributi autorizzati con decreto
sindacale, sia previsto un criterio cronologico che faccia riferimento alla
data di presentazione della domanda di contributo, escludendo così che i
cittadini paghino eventuali costi dei ritardi delle proprie Amministrazioni;
ad adottare
le opportune misure, anche di carattere normativo, volte a promuovere la
stipula di convenzioni con le associazioni di categoria del sistema creditizio,
sulla scia di quanto già fatto per il Comune dell'Aquila, al fine di favorire
l’avvio da parte delle imprese edili dei lavori autorizzati, eventualmente
anche attraverso una forma di garanzia prestata dallo Stato;
ad
individuare anche forme di compensazione fra crediti e debiti delle imprese
edili e/o degli istituti creditizi sulla falsa riga di quanto disposto con il
decreto-legge n. 35 del 2013 in materia di debiti della PA;
a rivedere
le norme sui termini e le sanzioni per il ritardo nella chiusura dei cantieri
nei casi in cui il mancato rispetto dei termini medesimi sia dovuto a ritardi e
incertezze dei pagamenti da parte di Stato ed enti territoriali;
a valutare
l'opportunità di riunificare gli Uffici Speciali per la Ricostruzione, ai fini
della razionalizzazione della spesa e della maggiore rapidità nell'esame delle
richieste di contributo presentate, assegnando loro, temporaneamente, parte
delle risorse umane impiegate nelle attività di supporto degli uffici tecnici
comunali esistenti.
BLUNDO
ORDINE DEL GIORNO A.S.576
Il Senato,
in sede di esame
del disegno di legge di conversione del decreto-legge 26 aprile 2013, n. 43,
recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'area industriale di Piombino,
di contrasto ad emergenze ambientali, in favore delle zone terremotate del
maggio 2012 e per accelerare la ricostruzione in Abruzzo e la realizzazione
degli interventi per Expo 2015 ;
premesso che:
l’articolo 7 reca disposizioni in materia di assistenza alla popolazione nelle zone terremotate dell’Abruzzo ed attribuisce competenze ai due Uffici speciali per la Ricostruzione , tenuto conto che la ricostruzione, in particolare quella del centro storico del capoluogo, e la stessa rimozione delle macerie deve ancora realmente avviarsi, come ammesso in parlamento dallo stesso Ministro Barca in data 24 aprile 2013 ;
l'articolo 8 reca una disposizione a carattere ordinamentale in relazione ai gravissimi ritardi registrati nell'attività di rimozione delle macerie nei territori abruzzesi colpiti dal sisma del 2009, peraltro regolata con l’ordinanza n. 3797 del 30 luglio 2009 in deroga al Codice dell'Ambiente (decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152), disciplinando anche la prosecuzione dell’impiego di personale militare nei servizi di vigilanza e protezione del territorio, in concorso con le Forze di polizia (comma 7) ;
questa autorizzazione, già disposta nel 2009 ed avente durata limitata nel tempo, è stata prorogata con successive ordinanze, ed il numero dei militari autorizzati è stato diverso da ordinanza a ordinanza. Il comma 7 del decreto-legge autorizza, ora, l’ulteriore impiego nei servizi in questione, con decorrenza dallo gennaio 2013 e fino al 31 dicembre 2013, di un contingente non superiore a 135 unità di personale delle Forze armate, posto a disposizione del prefetto de L’Aquila ;
considerato che
si assiste, in particolare
nella città dell'Aquila, ad un crescente sentimento insicurezza, dovuto
all'incremento di atti di criminalità diffusa
contro il patrimonio e le persone, tale da generare forte preoccupazione
ed inquietudine nei cittadini, già duramente vessati dagli eventi sismici;
più in generale, in
relazione alla attività di ricostruzione si sono evidenziati alcuni problemi di
fondo che restano irrisolti, in particolare quello delle effettive
disponibilità finanziarie e della la scelta delle priorità per il loro
utilizzo, anche per effetto della sovrapposizione tra normative di livello
nazionale, come quelle di necessità e d'urgenza o secondarie di fonte
ministeriale, e normative urbanistico-pianificatorie proprie del livello
comunale o regionale, con una conseguente incertezza delle procedure, nonché
dell'autorevolezza e dell'efficacia degli atti compiuti dai firmatari,
situazione che il presente decreto non sembra risolvere;
in merito alla
"pianificazione strategica" della ricostruzione si sono evidenziati i
limiti dell'esperienza aquilana, mentre l'incongruenza dei parametri riduttivi
del calcolo contributo/danni da sisma, conseguente all'introduzione delle
schede parametriche impiegate per gli interventi edilizi nell'area in oggetto,
è stata evidenziata dall'atto di sindacato ispettivo n. 3-00035 del 2013;
impegna il Governo:
ad assumere le opportune
iniziative affinchè gli attori istituzionali affrontino, ciascuno per la
propria parte di competenza e responsabilità, la grave situazione di estremo
disagio, pericolo e insicurezza, attraverso un'efficace attività preventiva,
nonché un'adeguata azione di contrasto ai numerosi fenomeni criminali, che
stanno provocando un rilevante allarme sociale nelle aree terremotate;
a vigilare, per quanto di
propria competenza riassetto urbanistico-edilizio di tutte le aree colpite dal
terremoto in modo da risistemare la zonizzazione e la viabilità dando risposte
certe ai problemi posti in sede di ricostruzione, con particolare attenzione
alle zone con vincolo di inedificabilità, nonché alle tante ipotesi di
demolizione;
a vigilare, per quanto di
propria competenza, affinché il recupero dei centri storici minori assicuri
effettivamente l'impiego di energie alternative, impianti a basso consumo,
recupero e riciclo di tutti i materiali in tutti i processi produttivi e di
trasformazione, il risparmio idrico, il reimpiego delle acque meteoriche e la
certificazione energetica, come disposto dalla normativa nazionale e regionale;
a vigilare sull'attuazione
del cronoprogramma e degli impegni relativi alle misure riguardanti la
ricostruzione e la ripresa delle attività produttive, commerciali e
professionali nonché sul'attuazione degli impegni assunti, da soggetti pubblici
e privati, per il recupero dei beni culturali;
a favorire, per quanto di
propria competenza, l'operatività di un ufficio geosismico regionale,
potenziando gli uffici che si occupano di tali materie presso le attuali
Province, come lo sportello per le valutazioni ambientali;
a dare
seguito celermente a quanto stabilito dell'articolo 67-quinquies, comma
2, del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, in relazione all'adozione di un
testo unico delle disposizioni concernenti gli interventi relativi agli eventi
sismici del 6 aprile 2009, in modo da coordinare e chiarire le numerose norme
fino ad oggi adottate ed evitare problemi di interpretazione e sovrapposizioni
evidenziate che inevitabilmente determinano gravi discriminazioni
nell'applicazione delle stesse, con apertura a conseguenti contenziosi
NO A OMBRINA MARE. URGENTE LA MODIFICA LEGISLATIVA
14 Maggio 2013
Ieri ho partecipato presso la sede della Provincia di Chieti
all'incontro organizzato sul tema di Ombrina Mare, il più grande progetto di
attività estrattiva riguardante la costa Adriatica. Constatando l'opposizione
di tutte le forze politiche al progetto, ho ribadito fermamente, anche in
questa occasione, la mia netta contrarietà a qualsiasi tipo di profitto
generato a discapito dell'ambiente e del paesaggio. Durante l'incontro ho quindi
informato i cittadini del mio impegno parlamentare sulla questione. In queste
prime settimane di attività istituzionale, oltre ad un atto di sindacatoispettivo, ho infatti presentato un
Disegno di Legge , ripreso anche dalla Rivista specializzata Reteambiente.it che mira alla modifica dell’art. 6 comma 17 della legge n.
152/06 sulle prospezioni petrolifere e al ripristino del divieto di attività di ricerca e di
prospezione. Occorre lavorare per riportare il divieto dell'attività di coltivazione di
idrocarburi liquidi e gassosi in mare entro le 12 miglia, cosi come era stato
stabilito dal decreto legislativo 29 giugno 2010, n. 128.
È necessario, inoltre,
sottoporre nuovamente a V.I.A. i procedimenti concessori in corso per
salvaguardare realmente il territorio, cancellando l'estensione del margine di
azione riconosciuto e garantito alle compagnie petrolifere dall'attuale
normativa.
17 Maggio 2013
17 Maggio 2013
UNA COMMISSIONE D'INCHIESTA E UNA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE SULLA RICOSTRUZIONE DI L'AQUILA
Al fine di tutelare i diritti di tutti i cittadini aquilani ( e non solo di una parte come finora avvenuto), immeditamente dopo l'insediamento
in Senato mi sono adoperata nel richiedere una Commissione di Inchiesta
Parlamentare sulle problematiche connesse alla ricostruzione dei
territori colpiti dagli eventi sismici del 6 aprile 2009.
Ho quindi presentato il 16 aprile 2013 un Disegno di Legge, assegnato alla Commissione Ambiente in sede referente il 15 maggio 2013, oltre ad un atto di Sindacato Ispettivo, il n. 3-00035.
Due iniziative concrete, ufficiali, che seguirò costantemente e
continuerò a sollecitare fino a quando otterrò un riscontro. I
cittadini dell'Aquila hanno bisogno di risposte che attendono ormai da
troppo tempo.
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