OGGI SONO INTERVENUTA IN AULA PER ILLUSTRARE UN MIO ORDINE DEL GIORNO FINALIZZATO AD IMPEGNARE L'UFFICIO DI PRESIDENZA E IL COLLEGIO DEI QUESTORI DEL SENATO A PROCEDERE AD UNA GRADUALE PARIFICAZIONE DEGLI STIPENDI DEI DIPENDENTI DEL SENATO A QUELLI DEGLI ALTRI DIPENDENTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.
Presidente, Colleghi,
secondo i dati Ocse, l’Italia è tra i paesi in cui la disparità
è cresciuta di più insieme a Regno Unito e Giappone. In Europa, secondo i dati
Eurostat sono le metropoli le aree dove le retribuzioni tendono ad essere più
elevate e dove si ampliano le distanze tra i "più ricchi" e i
"più poveri". Il picco continentale si registra nell’area di Londra
dove la retribuzione media del 10 per cento più ricco è pari a 104 mila euro mentre
lo stipendio lordo medio di chi guadagna meno è di poco inferiore a 17 mila
euro con un rapporto che raggiunge il 6,1. Rapporto "meno equo" anche
a Bruxelles (3,7), Madrid (4,5), Amburgo (4,2) e Parigi (3,9).
L’ineguaglianza a propostito dell’attuale e crescente disparità
retributiva non è di per sé negativa ma per non esserlo dovrebbe soddisfare tre
condizioni: la società nel complesso dovrebbe essere più ricca; ci dovrebbe essere una rete di
sicurezza per i più poveri e ciascuno al
di là della classe, etnia, credo o sesso, dovrebbe poter avere un’oppurtunità
per migliorare la propria condizione.
La differenza di stipendio tra medesimo ruolo e diversa
collocazione ha sempre generato malcontento ed è inspiegabile la motivazione se
non quella di classe protetta.
Ma se ciò è stato possibile in una condizione di benessere
generale, nelle condizioni in cui versa oggi il Paese con una povertà crescente
denunciata dalla Caritas quasi 1,7 milioni di italiani sono vittime
della crisi, e di politiche economiche sempre più fallimentari e dannose.
Una povertà diffusa che in Italia non si concentra più solo nelle città
metropolitane, ma anche nelle città di provincia, negli entroterra.
E a scivolare nella miseria diventa molto più facile, soprattutto per il
ceto medio, falcidiato dalla crisi, ed i lavoratori autonomi che in caso di perdita di lavoro non hanno
nessuna tutela, non esistendo in Italia il reddito minimo di cittadinanza, come
in quasi tutta Europa, e sono ignorati dai sindacati e dalla classe politica.
Sono in forte aumento le richieste di aiuto che provengono dalla fascia
di età compresa tra i 35-44 anni
Ed aumentano anche i senza tetto.
E’ evidente che nella situazione socio-economica nella quale si trova il
sistema Italia, diventa ancor più inaccettabile e credo personalmente difficile
da pretendere una permanente disparità di trattamento.
L'unica possibilità che si ha per combattere la crisi economica e
valoriale e' quella di creare alleanze, di lavorare in comunione mettendo a
servizio del bene comune le poche risorse disponibili.
L’ordine del giorno presentato a mia firma nasce da queste
considerazioni ed è indirizzato ad una rivisitazione di privilegi eccessivi per
riequilibrare il bilancio dello stato ma soprattutto il bilancio di giustizia
sociale con sacrifici distribuiti equamente su tutti e non sempre e solo sui
più deboli.
È innegabile che il personale dipendente del
Senato sia caratterizzato da notevoli competenze e
professionalità che costituiscono un validissimo supporto allo svolgimento
dell'attività istituzionale ma è altrettanto vero come i loro stipendi non
siano allineati a quelli dei dipendenti delle altre Pubbliche Amministrazioni. Come
gruppo sicuramente abbiamo fruito della disponibilità e professionalità di
tutto il personale del Senato impiegato nelle diverse mansioni.
Per questo motivo, al fine di
razionalizzare i costi interni di gestione e procedere ad una graduale
parificazione degli stipendi erogati dal Senato a quelli delle altre Pubbliche
Amministrazioni, chiediamo con questo Ordine del Giorno l'impegno, da parte del
Consiglio di Presidenza e del Collegio dei Senatori Questori, a prevedere un
riallineamento degli attuali trattamenti salariali di tutto il personale
dipendente del Senato con quelli dei dipendenti delle altre pubbliche
amministrazioni, partendo dalle fasce retributive più elevate.
Inoltre, prevediamo con questo Ordine
del Giorno il blocco dell'aumento degli stipendi nelle parti finali di carriera
e il divieto di cumulo, per i dipendenti in quiescenza, dei trattamenti
pensionistici erogati dal Senato con i redditi da lavoro.
Di seguito il testo dell'ODG accolto:
Il Senato,
Di seguito il testo dell'ODG accolto:
Il Senato,
valutato il progetto di bilancio interno per il 2013,
premesso che:
il personale dipendente del Senato
della Repubblica si contraddistingue per eccellente professionalità, a
fondamentale supporto delle complessive attività dell'Organo;
è tuttavia innegabile che le curve
stipendiali dei dipendenti risultino non allineate rispetto a quelli
delle pubbliche amministrazioni;
è opportuno, dunque, nell'ambito
della complessiva riduzione della spesa dello Stato, provvedere alla
razionalizzazione dei costi interni di gestione, attraverso un
progressivo adeguamento dei regimi stipendiali del Senato rispetto a
quelli erogati dalle amministrazione pubbliche, a parità di funzioni,
impegna, per quanto di rispettiva
competenza, il Collegio dei Senatori Questori e il Consiglio di
Presidenza, nel rispetto delle previste procedure in materia di
relazioni sindacali:
a prevedere progressive misure per
l'allineamento tra i trattamenti stipendiali in essere con quelli dei
dipendenti delle pubbliche amministrazioni, tenuto conto della
specificità di questa Istituzione;
a voler proporre, per i dipendenti
in quiescenza, limiti di cumulo fra trattamenti pensionistici erogati
dal Senato e redditi da lavoro.