mercoledì 6 novembre 2013

ANCHE L'EUROPA DENUNCIA LO SPRECO DI DENARO PUBBLICO PER LA RICOSTRUZIONE DELL'AQUILA . SUBITO LA COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA.


IERI IN AULA SONO INTERVENUTA SUL DOSSIER DEL PARLAMENTO UE NEL QUALE SI DENUNCIA LO SPRECO DEI SOLDI DEL FONDO DI SOLIDARIETA' EUROPEO DESTINATI ALLA RICOSTRUZIONE DELL'AQUILA. SULLA BASE DI QUESTO RAPPORTO HO RILANCIATO ANCHE LA IMMEDIATA CALENDARIZZAZIONE DEL DISEGNO DI LEGGE, A MIA PRIMA FIRMA, CON IL QUALE HO PROPOSTO L'ISTITUZIONE DI UNA COMMISSIONE PARLAMENTARE D'INCHIESTA SULLA GESTIONE DELLE OPERAZIONI DI RICOSTRUZIONE DELL'AQUILA E DEI COMUNI DEL CRATERE DOPO IL TERREMOTO DELL'APRILE 2009

Ieri è stato diffuso un dossier ufficiale del Parlamento europeo, nel quale, senza mezzi termini, si denuncia il cattivo utilizzo dei 497 milioni di euro del Fondo di solidarietà europeo, stanziati per dare un provvisorio alloggio agli sfollati per il sisma del 6 aprile 2009 e utilizzati per finanziare attività di natura illecita e criminale, come dichiarato dal relatore della Commissione per il controllo dei bilanci del Parlamento europeo, Søndergaard. Dicevo che è stato contestato lo sperpero di denaro pubblico per il costo degli alloggi durevoli, pari al 150 per cento del prezzo di mercato, evidenziando anche la scarsa qualità e la potenziale pericolosità dei materiali utilizzati. Alcuni edifici sono stati evacuati per ordine della magistratura perché pericolosi e insalubri.
Mentre mediaticamente è stata costruita l'immagine di un efficace intervento risolutivo per L'Aquila, i cittadini vivono da quattro anni continui disagi per la precarietà strutturale degli edifici, oltre al malfunzionamento degli impianti. Inoltre, sono stati obbligati a non allontanarsi senza preventiva dichiarazione. Vengono spesso trasferiti di alloggio in base ai nuovi assetti del nucleo familiare. Stanno pagando quote di affitto e contributi per la manutenzione ordinaria e straordinaria. Sono soggetti in questi giorni ad un censimento di verifica dei pagamenti per non perdere l'assegnazione dell'alloggio, nonostante non siano state ricostruite le abitazioni distrutte e abbiano perso il lavoro.

È da anni che i cittadini e i movimenti aquilani denunciano la mancata trasparenza nella gestione dei fondi destinati alla ricostruzione. Poiché la gestione dei fondi presentava e presenta moltissime zone d'ombra, con il mio Gruppo ho presentato l'11 aprile un disegno di legge, il DOC XXII n.5 per l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sulla ricostruzione all'Aquila. Il 15 maggio tale disegno di legge è stato assegnato in sede referente alla Commissione ambiente, ma non è stato ancora calendarizzato nonostante i miei continui solleciti in quella sede. A questo si aggiunge il tentativo nella legge di stabilità di spostare i fondi inizialmente assegnati all'edilizia pubblica a favore di quella privata, nonostante il numero degli alloggi del piano CASE sia lo stesso dell'edilizia residenziale dell'ATER e del Comune non del tutto ricostruita. È per questo motivo che i cittadini questa mattina hanno protestato davanti alla Regione Abruzzo.

Come cittadini eletti e come Movimento saremo presenti all'Aquila sabato per garantire la legalità e la trasparenza del trasferimento che si vuole ora fare dei 2,25 miliardi di euro, inizialmente previsti per la costruzione della TAV Torino-Lione, già stanziati nella legge di stabilità 2012, alla ricostruzione del territorio aquilano e del cratere sismico, come più volte richiesto anche da noi.
Servono i fondi per ricostruire ma, soprattutto, all'Aquila serve una più equa gestione delle risorse in grado di far ripartire la città e il territorio. Alla luce di ciò e di quanto dichiarato da Søndergaard, il mio intervento ha l'obiettivo di sollecitare nuovamente la Presidenza affinché il disegno di legge in questione sia urgentemente incardinato

lunedì 4 novembre 2013

AVVIATI I LAVORI DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE PER L'INFANZIA E L'ADOLESCENZA







Ho scelto di far parte della Commissione Bicamerale sull'Infanzia e l'Adolescenza per la passione che ha sempre guidato il mio impegno lavorativo scolastico e per l'allarme lanciato dal Garante Nazionale il 10 Giugno scorso. Ho partecipato in qualita' di Vice Presidente, al primo Ufficio di Presidenza che si e' finalmente riunito dopo un notevole ritardo nella sua costituzione.
Durante l'incontro sono state poste le basi per l'intenso lavoro che ci attende e si è convenuto che la delicata tematica dei minori, non potra' non essere affrontata trasversalmente, come da subito ha affermato la stessa Presidente Michela Vittoria Brambilla.
La condizione di poverta' minorile in una societa' che ha perso i valori di riferimento, non puo' essere più sottovalutata nei suoi molteplici aspetti, anche per questo si è convenuto sulla necessità di richiedere per la Commissione un potere deliberante e non solo conoscitivo.
Il primo impegno sara' l'organizzazione di un convegno allargato alla partecipazione delle associazioni per la Giornata Mondiale dell'Infanzia e dell'Adolescenza del 20 novembre.
Abbiamo scelto il tema dell'affido e delle adozioni che e' stato al centro di una indagine conoscitiva nella precedente legislatura.
Affronteremo in seguito le problematiche che ancora oggi impediscono ai bambini di vivere un'infanzia e una adolescenza serena e proseguiremo per questo con le audizioni. Sono stati individuati come soggetti prioritari da audire, nell'ordine, l'Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, l'Associazione per le adozioni internazionali ma anche il Ministero dell'Università e della Ricerca per l'importanza che dovrebbe essere riconosciuta alla scuola primo luogo educativo sociale dopo la famiglia. 
Tra le proposte emerse durante l'incontro anche quelle di organizzare missioni e trasferte sul territorio al fine di conoscere personalmente situazioni di criticità ed eccellenza nella condizione dei ragazzi, nonché di occuparci della questione infanzia anche nel mondo dell'immigrazione, altro tema delicato e importante per evitare discriminazioni.
Infine si e' deciso di appoggiare unitariamente l'emendamento alla Legge di Stabilità con il quale si chiede di non effettuare il taglio sull'assistenza all'infanzia. A tal proposito, senza andare a colpire il Fondo per la violenza di genere su cui le risorse dell'Infanzia convoglieranno, sto studiando un emendamento che consenta di recuperare i 10 milioni di euro da altre spese superflue ed inutili, al fine di potere arrivare il prima possibile ad una proposta condivisa.

mercoledì 30 ottobre 2013

IL MINISTRO CANCELLIERI FAVOREVOLE ALLA PROPROGA PER I TRIBUNALI DAL 2015 AL 2018 DEI TRIBUNALI DI SULMONA ED AVEZZANO COME DA ME PROPOSTO L'11 LUGLIO SCORSO COL DISEGNO DI LEGGE N.958






Sono intervenuta numerose volte sulla questione della revisione della geografia giudiziaria, soprattutto per quanto concerne i Tribunali di Sulmona ed Avezzano.  Dopo aver comunicato il giorno 20 settembre, in occasione della riunione del Comitato Pro Tribunale di Sulmona, a tutti  i presenti di aver chiesto ed ottenuto un appuntamento con il Ministro della Giustizia Cancellieri per il giorno Mercoledì 25 settembre , al termine dell'assemblea alle ore 21.00 circa ho ricevuto dalla segreteria particolare del Ministro Cancellieri disdetta dell'appuntamento, a causa di un improvviso appuntamento a Palazzi Chigi. Ho partecipato quindi all'incontro che si è tenuto il 3 Ottobre con  la stessa Cancellieri in via Arenula assieme al Sottosegretario Legnini, al Sindaco di Sulmona Peppino Ranalli, al presidente dell’Ordine degli Avvocati di Sulmona, Gabriele Tedeschi, alla vice presidente della Provincia dell’Aquila, Antonella Di Nino, agli avvocati Elisabetta Bianchi e Teresa Nannarone dell' Ordine Forense di Sulmona, al senatore Enrico Buemi, alle senatrici Paola Pelino e Stefania Pezzopane e al segretario Generale della Regione Abruzzo, Enrico Mazzarelli Abbiamo esaminato e discusso la problematica inerente la chiusura del Tribunali abruzzesi prevista per il 2015, in osservanza della normativa che prevede la chiusura di tutti i Tribunali aventi un bacino di utenza inferiore ai 100 mila abitanti. Durante la riunione, ho esposto la necessità di rivedere l'impianto della Riforma della Geografia Giudiziaria, la quale oltre a generare gravi conseguenze per i tribunali di Sulmona ed Avezzano mostra un’evidente inadeguatezza sulla base di quanto geograficamente avverrebbe nella nostra Regione, ovvero la permanenza di due tribunali a distanza di 20 Km, perché entrambi collocati in città di provincia  e la  chiusura di quattro Tribunali:  Avezzano, Sulmona, Lanciano e Vasto che lascerebbero totalmente sguarnita metà regione. A ciò si aggiunge la distanza di più di 100 Km che i cittadini di Sulmona e gli operatori del diritto si troverebbero ad affrontare ogni giorno per poter raggiungere il Tribunale di L’Aquila, utilizzando una strada di montagna evidentemente non considerata dalla geografia giudiziaria. Ho suggerito di approntare dei correttivi ed eventualmente, a seguito degli inevitabili tagli al Tribunale di Lanciano, di valutare la possibilità di aumentare il bacino d’utenza di Sulmona, facendo confluire nello stesso alcuni comuni come Palena e Lama dei Peligni  per raggiungere i 120-140 mila abitanti, necessari ad evitare la chiusura. Il Ministro Cancellieri si è mostrata disposta ad accogliere la richiesta di proroga della chiusura dal 2015 al 2018, in quanto tale carico sarebbe difficile da sostenere per una città che deve ancora affrontare le problematiche derivanti dal terremoto del 6 aprile del 2009, con gravi conseguenze per i cittadini . La stessa  Cancellieri si è mostrata, inoltre, ben disposta a valutare un correttivo che evidenzi la problematica dell’orografia del territorio ( altitudine), affinché accanto agli obiettivi di risparmio di spesa e miglioramento dell'efficienza del sistema giudiziario non venga ignorato il diritto di accesso alla giustizia, diritto fondamentale dell'individuo e dovere insopprimibile in uno Stato democratico.

venerdì 18 ottobre 2013

LA MIA DIFESA DELLA COSTITUZIONE IN SENATO: SONO ALTRE LE PRIORITA'. DOV'E' IL RISPETTO PER I CITTADINI?

DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE ED IL VIDEO DEL MIO INTERVENTO IN AULA AL SENATO IN DIFESA DELLA COSTITUZIONE.

Signora Presidente, signor Ministro, cari colleghi, 

siamo qui oggi ancora una volta a discutere di riforme costituzionali come se da queste dipendesse la salvezza del Paese, come se gli italiani ogni giorno considerassero la trasformazione del Governo come la soluzione di tutti i loro problemi. Ma la domanda che ci dobbiamo porre oggi in quest'Aula è una sola: i cittadini italiani ci chiedono veramente questo?

Abbiamo una disoccupazione al 12 per cento, quella giovanile è al 40 per cento, 15 milioni di italiani vivono in una condizione di deprivazione e disagio economico, abbiamo un abbandono scolastico che ha raggiunto percentuali senza precedenti, un calo dei consumi e del potere di acquisto dei salari e gli altri Paesi europei non ci invidiano affatto. Ben 12.442 imprese hanno chiuso nel 2012, alle quali si vanno ad aggiungere le 4.218 che nel primo trimestre di quest'anno hanno consegnato i libri contabili in tribunale. Sono queste le priorità che quest'Aula deve affrontare, ma secondo il ragionamento del Governo e della maggioranza l'introduzione dell'elezione diretta del Capo dello Stato ovvero il rafforzamento dei poteri del Primo Ministro permetterebbero ai cittadini italiani di affrontare serenamente la giornata.

Perché ci venite a dire che l'Italia ha rischiato di fallire per le riforme costituzionali mancate e non ci dite per il debito mostruosamente accumulato? Ma di cosa parliamo? Il problema, colleghi, è che l'approccio economicistico verso la riforma della Costituzione è ormai un mantra di questo Governo, e lo è a tal punto da aver inserito le riforme costituzionali all'interno della Nota di aggiornamento del DEF che abbiamo approvato la scorsa settimana.

Ieri il ministro Quagliariello è venuto a presentarci la relazione finale dei cosiddetti saggi, esperti che dovevano essere non solo garanzia di competenza giuridico-costituzionale, ma anche e soprattutto di integrità morale. Peccato che cinque di loro siano attualmente indagati dalla procura della Repubblica di Bari per truffa, corruzione, per atti contrari ai doveri di ufficio e falso ideologico! È proprio il caso di dire, purtroppo, che non si può mai star tranquilli. Ma soprattutto, mi chiedo e vi chiedo, cari colleghi: in quali mani è capitata la nostra Costituzione?

Già durante la prima lettura del disegno di legge costituzionale Atto Senato n. 813 avevamo manifestato le nostre perplessità nel merito e nel metodo, evidenziando soprattutto un aspetto: l'inopportunità che il Governo si arrogasse il diritto di promuovere le riforme della nostra Carta costituzionale attraverso l'istituzione di un apposito Comitato al quale attribuire specifici compiti e poteri.

È sotto gli occhi di tutto il fatto che si sia deciso di adottare un metodo che esautora sensibilmente la sovranità del Parlamento. Governo e maggioranza hanno deciso che le modifiche della Costituzione italiana saranno effettuate da un gruppo di quaranta parlamentari più due presidenti appartenenti alla maggioranza PdL-PDmenoelle, cioè a quei partiti che sono responsabili del disastro in cui oggi versa il nostro Paese a quei soggetti politici che hanno per decenni ignorato, inattuato e calpestato la nostra Carta fondamentale e che oggi si arrogano il diritto di modificarla a seconda delle proprie esigenze, mascherandole da esigenze del Paese. Si fa veramente fatica ed occorre un esercizio di fantasia veramente invidiabile, cari colleghi, a considerare come riformatore un processo profondamente viziato nella forma e negli attori che lo conducono. 

Su nostra sollecitazione, avete creato il sito «www.partecipa.it», ma lo schema da compilare era precostituito e non vi era alcuna possibilità di avanzare altre proposte. Non è questa la partecipazione. Troppo spesso è confusa e limitata al suo primo stadio, l'informazione. La vera partecipazione c'è quando i cittadini possono orientare le nostre scelte di politici, possono chiedere ed ottenere il cambiamento di scelte sbagliate e dannose. Il Parlamento dovrebbe essere il primo organo rappresentativo di queste volontà ed invece troppo spesso è inascoltato, come è accaduto in quest'Aula per la riforma della geografia giudiziaria, e si allinea, piegandosi alla volontà del Governo: conformi entrambi, senza spazi per giusti ripensamenti. Dov'è il rispetto per i cittadini?

Per l'ennesima volta messi ai margini di questo processo pseudoriformatore, lo scorso luglio avevamo richiesto con i nostri emendamenti di ridurre da un quinto a un decimo il numero dei parlamentari e da 500.000 a 50.000 quello dei cittadini sufficienti a sottoporre a referendum popolare i disegni di legge che saranno prodotti da questo Comitato per le riforme. Li avete bocciati tutti. Noi vogliamo restituire il ruolo alla sovranità popolare, noi vogliamo migliorare l'impostazione democratica della Costituzione.

Voi volete confermare il bipolarismo e non vi rendete conto che il Paese è stanco delle falsità; ha capito bene che dietro questa apparente contrapposizione si sono celate tutele reciproche di ben altri interessi, non certo dei cittadini  o perlomeno non di tutti i cittadini. Voi volete chiudere gli occhi al cambiamento in atto, al risveglio civico che il nostro Movimento ha promosso e promuoverà inarrestabilmente, nonostante tutti i vostri tentativi di far credere la nostra inutilità, perché spesso utilizzate i nostri slogan, le nostre proposte le fate vostre, ben sapendo che corrispondono esattamente al bene pubblico, ma evitate di far capire che all'origine ci siamo noi a proporre. Certo, perché ci siamo noi cittadini.

Noi, un pezzo di cittadinanza che all'interno di quest'Aula oggi fa appello alle vostre coscienze. Chi di voi vuole essere ricordato per aver contribuito a saldare il passato, invece di attivare il cambiamento, ad instaurare il presidenzialismo, contro ciò che il popolo vuole, ovvero un maggior valore del Parlamento? Chi nonostante il suo buonsenso vuole essere ricordato per questo voti a favore di questo disegno di legge. È una scelta politica. Vi assumerete la responsabilità.

Qualora vogliate, invece, essere ricordati per aver dato vita al cambiamento e aver avuto il coraggio di rispondere alla vostra coscienza contro il vostro partito e non al vostro partito, voterete oggi contro e recupererete con noi il valore di una vera democrazia e di una Costituzione salvata e attuata!


venerdì 20 settembre 2013

L'Aquila, Capitale Europea della Cultura: "Sì ma al bando i clientelismi"



«L'Aquila può e deve diventare attrazione del mondo, madre di un ritorno ai grandi valori nascosti nelle piccole cose e nella semplicità del vivere quotidiano che, se condiviso e sincero, rende tutto possibile. A quattro anni dal sisma manca la normale quotidianità».

A dichiararlo è la cittadina al Senato del M5S Enza Blundo commentando la candidatura dell'Aquila a capitale europea della cultura 2019.

«Non sono disponibile - continua Blundo - ad operazioni di facciata e di propaganda. La priorità di una amministrazione è garantire il vivere civile ai cittadini rimasti coraggiosamente in una città che offre solo tasse e contributi da pagare, persone e famiglie che meritano attenzione e rispetto, soprattutto se continuano a tenere aperte piccole attività commerciali con sacrifici inimmaginabili».

«L'Aquila - aggiunge - può diventare attrazione del mondo solo se diminuiscono i clientelismi e gli affarismi e crescono l'impegno civico e la solidarietà reciproca. Parallelamente alla ricostruzione materiale e' urgente ricostruire anche il cuore del tessuto sociale, ripristinare i valori della semplicità e della condivisione e far sentire veramente protagonisti i cittadini nello sviluppo della città», conclude la cittadina al Senato Enza Blundo.

mercoledì 18 settembre 2013

L'IMPEGNO PER LA RICOSTRUZIONE DEI COMUNI "FUORI CRATERE": UNA GRANDE VITTORIA DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE IN PARLAMENTO.



"L'incontro svoltosi al Parco della Scienza di Teramo sulla ricostruzione dei "comuni fuori cratere" è il risultato del diverso approccio con il quale si è deciso nei mesi scorsi di affrontare la gestione della fase post-terremoto, permettendo l'assegnazione del 3% dell'intero ammontare dei fondi previsti per la ricostruzione per il periodo 2014 - 2019, circa 34 milioni di euro, ai Comuni Fuori Cratere". A dichiararlo la cittadina al Senato Enza Blundo intervenendo all'incontro.

"In questo modo - continua Blundo - si applica finalmente quel principio che sostengo da anni e che ho sostenuto con convinzione anche in Senato: la difesa e l'aiuto di tutti, e sottolineo tutti, i cittadini danneggiati dal terremoto del 6 aprile 2009".

"Il Movimento Cinque Stelle - aggiunge la Cittadina - è stato l'unico a far conoscere in Parlamento le istanze della popolazione dei Comuni Fuori Cratere quando, in sede di esame del DDL n. 576 sulle "Emergenze Ambientali", presentammo un Ordine del Giorno, accolto dal Governo il 12 giugno scorso, con il quale si sollecitava l'Esecutivo a consentire il più rapidamente possibile l'utilizzo dei 55 milioni di euro stanziati in favore dei Comuni Fuori Cratere con delibera Cipe n. 135 del 21 dicembre 2012.

"Senza il M5S i partiti del Modello Unico che sostengono questo governo non si sarebbero mai occupati dei cittadini Fuori Cratere, penalizzati dalla gestione Bertolaso - Berlusconi che ha individuato comuni all'interno del cratere sulla base di criteri e valutazioni che si sono rivelate inadeguate. Anche durante la gestione dell'ex Ministro Barca si è compiuto lo stesso errore, trascurando di fatto la problematica".
 

Per il perseguimento dell'esclusivo interesse dei cittadini, in questa nuova fase della ricostruzione, sarebbe opportuno che ciascun comune producesse schede con il numero di pratiche divise per anno e indicanti la somma complessiva nonché la data di primo deposito della pratica,rispettando anche la richiesta sulla richiesta unica di integrazioni. Vigileremo affinché vi sia una gestione esemplare e trasparente, sulla base di un chiaro e diretto riferimento alle schede elaborate dalla Protezione Civile, assicurando la disponibilità dei fondi stanziati, la completa assegnazione di quelli in parte già erogati e l'individuazione di nuovi stanziamenti" conclude la Cittadina

giovedì 12 settembre 2013

LA LEGGE QUADRO n. 394/91 SULLE AREE PROTETTE NON E' INTOCCABILE MA E' NECESSARIO UN CONFRONTO VERO E LEALE CON TUTTI GLI OPERATORI DEL SETTORE PARCHI


Di seguito il mio intervento di questa mattina in Aula al Senato contro la Dichiarazione d'Urgenza per il DDL n. 119 sulle "Aree Protette", con cui si intende modificare la Legge Quadro n. 394/91.


Presidente, Colleghi


il nostro paese ha molte urgenze. Alcune sono vere, perché causate da calamità naturali o derivanti dai bisogni e dall’esigenze dei cittadini, altre sono palesemente false e create ad hoc, guarda caso strettamente coincidenti con gli interessi di alcuni forti gruppi di potere e lobbies o, addirittura, di singole persone, disconoscendo le vere urgenze del paese che vengono ricordate solo nei salotti televisivi e sono soprattutto il rilancio dell'occupazione, il ripristino della legalità e dell'etica pubblica come principi cardine della società, la prevenzione contro i dissesti idrogeologici e la tutela dell’ambiente, della qualità dell’aria e della salute dei cittadini.  E’ accettabile tutt’al più  intervenire con urgenza  quando vi sia il bisogno di migliorare qualcosa, quando preso atto, in un determinato settore, di alcuni vuoti legislativi o lacune di carattere normativo si tenti di porvi rapidamente rimedio, individuando una sua più efficace regolamentazione.


Ma in questo Disegno di Legge sulle Aree Protette avviene, cari colleghi, esattamente il contrario di quanto appena esposto: le modifiche alla Legge Quadro n. 394/91 sono nel complesso disomogenee ,come troppo spesso è già accaduto in passato, peggiorano sensibilmente la bontà dell'impianto normativo esistente.


Il Movimento 5 Stelle non considera intoccabile la legge 394/91 ma ritiene che la sua modifica non possa prescindere da una seria ed attenta valutazione sull'applicazione della normativa e sullo stato attuale dei parchi e delle riserve naturali nel nostro Paese. Anche il nostro gruppo ha preparato un disegno di Legge in merito, che prevede un apertura solo nella dimensione ludico educativa e sportiva, nonché culturale. Ma prendiamo atto che il metodo seguito in questa legislatura è uguale a quello utilizzato nella precedente. Nonostante non si sia proceduto ad un coinvolgimento ampio di tutti gli attori interessati al rilancio del ruolo dei parchi e delle riserve naturali, passaggio  doveroso e necessario a garantire l'efficace conservazione del patrimonio naturale del paese si vuole ora agire d’urgenza limitando persino il confronto dei testi in quest’aula.  


Sono molti poi gli aspetti del Disegno di Legge n. 119 che lasciano perplessi.


Innanzitutto la distinzione che si vorrebbe introdurre tra attività venatoria e controllo della fauna selvatica, pur con la supervisione dell’ISPRA, l’Istituto di ricerca del Ministero dell’Ambiente.



Si prevede di fatto, in tal senso, un diretto coinvolgimento dei cacciatori nella gestione della fauna all’interno delle aree naturali protette. La normativa attuale però già consente interventi da parte degli Enti Parco per la gestione dei problemi che, alcune specie, essenzialmente il cinghiale, possono determinare se presenti in sovrannumero. La riforma prevista rischia di aprire le porte alla caccia nei parchi, soddisfa pertanto interessi che nulla hanno a che fare con la conservazione delle preziose biodiversità nel nostro paese.



Perplessità notevoli destano anche le norme che introducono le royalties a favore degli Enti gestori a titolo di compensazione per gli impianti impattanti presenti nei parchi o che si intende realizzare, come il gasdotto SNAM che ne attraverserebbe molti, tra cui i parchi nazionali della Maiella, dei monti Sibillini e del Gran Sasso e ben 21 fra siti d'interesse comunitario e zone a protezione speciale.  



Tutte disposizioni non valutate a fondo e tuttavia atte a determinare pesanti condizionamenti nella gestione delle risorse naturali dei territori protetti dato che si propone di modificare le procedure di nomina di Presidenti e Direttori.  



Colleghi in questo ddl da votare non vengono risolti neppure i nodi della classificazione dei parchi italiani, del loro status giuridico, dei ripetuti tagli lineari al personale, dell' utopia dell'autofinanziamento. Signori il discorso è articolato e non può essere affrontato con modifiche non organiche alla Legge 394/ 91 e con procedura d'urgenza e rito abbreviato.



Per questi motivi, oggi, voteremo contro questa inopportuna e inaccettabile  dichiarazione d'urgenza, auspicando un’ ampia riflessione e l'apertura di un vero e leale confronto con tutti gli operatori del settore parchi prima di riavviare, nei tempi e modi opportuni e con l'efficacia e la serietà che il tema richiede, il processo di riforma della Legge quadro n. 394/91.