giovedì 12 settembre 2013

LA LEGGE QUADRO n. 394/91 SULLE AREE PROTETTE NON E' INTOCCABILE MA E' NECESSARIO UN CONFRONTO VERO E LEALE CON TUTTI GLI OPERATORI DEL SETTORE PARCHI


Di seguito il mio intervento di questa mattina in Aula al Senato contro la Dichiarazione d'Urgenza per il DDL n. 119 sulle "Aree Protette", con cui si intende modificare la Legge Quadro n. 394/91.


Presidente, Colleghi


il nostro paese ha molte urgenze. Alcune sono vere, perché causate da calamità naturali o derivanti dai bisogni e dall’esigenze dei cittadini, altre sono palesemente false e create ad hoc, guarda caso strettamente coincidenti con gli interessi di alcuni forti gruppi di potere e lobbies o, addirittura, di singole persone, disconoscendo le vere urgenze del paese che vengono ricordate solo nei salotti televisivi e sono soprattutto il rilancio dell'occupazione, il ripristino della legalità e dell'etica pubblica come principi cardine della società, la prevenzione contro i dissesti idrogeologici e la tutela dell’ambiente, della qualità dell’aria e della salute dei cittadini.  E’ accettabile tutt’al più  intervenire con urgenza  quando vi sia il bisogno di migliorare qualcosa, quando preso atto, in un determinato settore, di alcuni vuoti legislativi o lacune di carattere normativo si tenti di porvi rapidamente rimedio, individuando una sua più efficace regolamentazione.


Ma in questo Disegno di Legge sulle Aree Protette avviene, cari colleghi, esattamente il contrario di quanto appena esposto: le modifiche alla Legge Quadro n. 394/91 sono nel complesso disomogenee ,come troppo spesso è già accaduto in passato, peggiorano sensibilmente la bontà dell'impianto normativo esistente.


Il Movimento 5 Stelle non considera intoccabile la legge 394/91 ma ritiene che la sua modifica non possa prescindere da una seria ed attenta valutazione sull'applicazione della normativa e sullo stato attuale dei parchi e delle riserve naturali nel nostro Paese. Anche il nostro gruppo ha preparato un disegno di Legge in merito, che prevede un apertura solo nella dimensione ludico educativa e sportiva, nonché culturale. Ma prendiamo atto che il metodo seguito in questa legislatura è uguale a quello utilizzato nella precedente. Nonostante non si sia proceduto ad un coinvolgimento ampio di tutti gli attori interessati al rilancio del ruolo dei parchi e delle riserve naturali, passaggio  doveroso e necessario a garantire l'efficace conservazione del patrimonio naturale del paese si vuole ora agire d’urgenza limitando persino il confronto dei testi in quest’aula.  


Sono molti poi gli aspetti del Disegno di Legge n. 119 che lasciano perplessi.


Innanzitutto la distinzione che si vorrebbe introdurre tra attività venatoria e controllo della fauna selvatica, pur con la supervisione dell’ISPRA, l’Istituto di ricerca del Ministero dell’Ambiente.



Si prevede di fatto, in tal senso, un diretto coinvolgimento dei cacciatori nella gestione della fauna all’interno delle aree naturali protette. La normativa attuale però già consente interventi da parte degli Enti Parco per la gestione dei problemi che, alcune specie, essenzialmente il cinghiale, possono determinare se presenti in sovrannumero. La riforma prevista rischia di aprire le porte alla caccia nei parchi, soddisfa pertanto interessi che nulla hanno a che fare con la conservazione delle preziose biodiversità nel nostro paese.



Perplessità notevoli destano anche le norme che introducono le royalties a favore degli Enti gestori a titolo di compensazione per gli impianti impattanti presenti nei parchi o che si intende realizzare, come il gasdotto SNAM che ne attraverserebbe molti, tra cui i parchi nazionali della Maiella, dei monti Sibillini e del Gran Sasso e ben 21 fra siti d'interesse comunitario e zone a protezione speciale.  



Tutte disposizioni non valutate a fondo e tuttavia atte a determinare pesanti condizionamenti nella gestione delle risorse naturali dei territori protetti dato che si propone di modificare le procedure di nomina di Presidenti e Direttori.  



Colleghi in questo ddl da votare non vengono risolti neppure i nodi della classificazione dei parchi italiani, del loro status giuridico, dei ripetuti tagli lineari al personale, dell' utopia dell'autofinanziamento. Signori il discorso è articolato e non può essere affrontato con modifiche non organiche alla Legge 394/ 91 e con procedura d'urgenza e rito abbreviato.



Per questi motivi, oggi, voteremo contro questa inopportuna e inaccettabile  dichiarazione d'urgenza, auspicando un’ ampia riflessione e l'apertura di un vero e leale confronto con tutti gli operatori del settore parchi prima di riavviare, nei tempi e modi opportuni e con l'efficacia e la serietà che il tema richiede, il processo di riforma della Legge quadro n. 394/91.




venerdì 6 settembre 2013

SI LAVORI PER IL RECUPERO DELL'INTERO PATRIMONIO STORICO - ARTISTICO DELL'AQUILA E PER LA FIRMA DELLA CONVENZIONE PER IL PIANO CITTA' DELL'EX MINISTRO PASSERA. E' INDISPENSABILE LA CREAZIONE DI UN URBAN CENTER.

"Risale a pochi giorni fa la notizia della proposta di modifica della viabilità, che comporterà il recupero dell'antica porta situata nella parte ovest della città di L'Aquila: Porta Bareta. Si tratta di un monumento storico "coperto" per consentire un accesso più fluido verso il centro. Riportare alla luce la porta storica significa restituire alla città non solo l'antico accesso, ma soprattutto il carattere medioevale che le appartiene. La riscoperta della suddetta Porta, dimenticata da centinaia di anni, ci ricorda anche la resistenza aquilana contro Braccio da Montone, il quale proprio lì sferrò il suo primo attacco contro la città per imporre la sua signoria, ma fu costretto a tornare a Pizzoli, in quanto gli aquilani seppero ben difenderla." Scrive in una nota Enza Blundo. "E' auspicabile che il Consiglio Comunale decida per un recupero dell'intero patrimonio storico artistico all'interno delle mura, eliminando opere che andrebbero in contrasto.
Tale intervento, tuttavia, deve essere complementare agli altri progetti di edilizia urbanistica che dovranno essere messi in atto nella città aquilana." La cittadina al Senato Enza Blundo sottolinea come sia doveroso adoperarsi affinchè ,in parallelo con l'impegno per questa importante riscoperta e a seguito della sottoscrizione dell'accordo con la provincia, ci si adoperi per firmare anche la convenzione per il Piano Città del Ministro Passera, al fine di dare inizio tempestivamente ai lavori del progetto per il Parco Urbano di Piazza D'armi. "In tal modo la città avrà un importante polo di socializzazione vitale per il futuro della citta'. Il progetto vincente del concorso Internazionale comprende, infatti, oltre la realizzazione di un magnifico parco verde anche la riqualifica dell'intera area, grazie ai 22 milioni di euro raggiunti con l'inserimento del progetto, risultato vincente nel Concorso Internazionale di Progettazione, nel Piano Citta' ed e' in grado di integrarsi perfettamente nel nuovo contesto urbanistico che si va delineando. L’intero progetto si basa su principi di compatibilità ambientale, risparmio delle risorse, corretta gestione delle stesse e pone al centro, come polo convergente, il recupero di una conviviale coscienza collettiva.
Appare allora indispensabile, oggi più che mai, creare un Urban Center che consenta ai cittadini tutti (e non solo quelli direttamente coinvolti nelle opere) di conoscere le modalità di gestione dei fondi e valutare le scelte più opportune per le aree interessate. Si avverte la necessità di andare a gestire situazioni non previste dal piano d'intervento originario, con nuove modalità di soluzioni concertate con tecnici e cittadini per una migliore riqualificazione, recuperando la dimensione partecipativa fino ad oggi assente.Tale modalità oltre a garantire la massima trasparenza ,supera dimensioni individualistiche e interessi particolari. L'iter della ricostruzione sarà in tal modo impermeabile al malaffare, trasparente in ogni sua azione, perché aperto al contributo nonché al controllo dei suoi cittadini, che si sentiranno coinvolti e partecipi delle opere realizzate "

CON QUALI MODALITA' SONO STATI EROGATI I FONDI CIPE PER LA RICOSTRUZIONE DELL'AQUILA? CHI NE HA BENEFICIATO? OCCORRE MAGGIORE TRASPARENZA E PUBBLICITA' SUL SITO DEL COMUNE.

La cittadina Senatrice, Enza Blundo del M5S, in merito ai fondi CIPE erogati per contribuire alla ricostruzione della città di L’Aquila distrutta dal sisma del 6 aprile 2009 ed all’intervista del Sindaco, pubblicata da “Il Centro” il 20 maggio 2013 ove si legge: «I 225 milioni Cipe li stiamo già impegnando. Abbiamo fatto due graduatorie precise, cronologiche, perché per legge vanno divisi in fondi per le periferie e per il centro. Adesso chiameremo i cittadini a darci l’Iban e cominceremo a dare questi soldi, già da venerdì abbiamo cominciato questo lavoro» lamenta l’impossibilità di conoscere le modalità, i tempi di erogazione dei fondi ed i relativi beneficiari dell’intervento pubblico.
"Ad oggi, infatti - afferma Blundo - non risultano essere stati pubblicate le risultanze dei criteri di spesa sul sito del Comune di L’Aquila". La cittadina in un suo precedente comunicato auspicava maggior rispetto dei diritti dei cittadini in tema di chiarezza, di trasparenza e di semplificazione dell’agire della P.A. da parte di coloro i quali sono chiamati istituzionalmente a garantire la pubblicità dell’erogazione dei fondi pubblici, anche in seguito all'aumento della tassazione sui bolli per tutti.
Certo non aiutano le dichiarazioni pubblicate il 20 agosto 2013 da http://www.abruzzo24ore.tv ed attribuite al Sindaco di L’Aquila, Dott. Massimo Cialente, ove si legge: "Dal primo gennaio 2013 abbiamo speso 447 milioni che Chiodi non aveva utilizzato e quindi li aveva restituiti. Inoltre abbiamo dato ad oggi, 870 milioni di euro”. 
A tal riguardo, nonostante nel proseguo dell’articolo si legga: "Abbiamo individuato un cronoprogramma, ridicolizzato da chi non capisce, che dice che per ricostruire L'Aquila entro il 2019, servono per il 2013 816 milioni aggiuntivi a quelli Cipe, 1.2 miliardi per il 2014 e 1 miliardo l'anno fino al 2019. Ora grazie ai miei collaboratori e alla miacgiunta, siamo riusciti, ad avere 1.2 miliardi ma non va bene: sono 200 milioni l'anno per sei anni, ma solo a partire dal 2014. A noi già quest'anno serve un terzo, 816 milioni subito" l'intero testo appare evanescente e di difficile comprensione, nonché lasciato all’immaginazione del cittadino che tenta di ricostruire l’iter amministrativo dell’uso dei fondi pubblici. Attendiamo la necessaria pubblicazione sul sito del Comune conclude la cittadina senatrice.

TRASPARENZA ED EFFICIENZA PER LA GESTIONE DEI FONDI STANZIATI

“A L’Aquila la terra trema ancora: tremano gli edifici, le aziende, gli antichi monumenti divelti. Tremano soprattutto le speranze degli aquilani, sospese sul sottile filo che lega il ricordo di quel tragico 9 aprile all'incapacità politica di rimuovere quella voragine che inghiotte la città col suo volto primigenio.
Oggi c’è una speranza: il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) ha dato il via libera all'assegnazione di 1.183,2 miliardi di euro (197,2 milioni di euro per ciascuno anno dal 2014 al 2019) per la ricostruzione degli immobili privati nei territori del cratere e destinando il 3% dell’importo alle aree esterne al cratere.
Le risorse, evidentemente ancora insufficienti e per di più spalmate su un arco temporale di sei anni, costituiranno un primo passo verso una possibile normalizzazione ed anche una occasione per iniziare davvero la ricostruzione.
A questo punto però è lecito, anzi indispensabile, chiedere alle Istituzioni due cose: trasparenza ed efficienza.
Non dovranno e non potranno essere replicate le modalità di gestione dei fondi utilizzate fino ad oggi e caratterizzate da più di una zona d’ombra: non lo accetterebbero gli aquilani e soprattutto lo rifiuterebbero tutti gli italiani, di ogni ceto ed estrazione sociale, che si sono visti caricare sotto forma di aumento delle imposte di bollo, l’onere economico delle erogazioni.
Appare allora indispensabile, oggi più che mai, creare un “Urban Center” che renda i cittadini tutti (e non solo quelli direttamente coinvolti nelle opere) consapevoli delle modalità di gestione dei fondi e della scelta di aree, interessate di volta in volta dagli interventi di recupero, trasformando l’iter della ricostruzione in una superficie di vetro, impermeabile al malaffare e trasparente in ogni movimento.
Lo strumento costituirà insieme un indispensabile argine contro ogni forma di infiltrazione ed un formidabile strumento di piena partecipazione.
Per la destinazione di questa prima trance dei fondi assegnati, occorre individuare una zona all'interno dell'asse previsto dal programma e coinvolgere la cittadinanza tutta nelle opere di ricostruzione, raccogliendo idee ed input esterni e consentendo, attraverso una qualificata attività di consulenza, interventi urbanistici e ricerca di soluzioni per edifici da abbattere o per i quali non vi sia ancora un progetto di recupero presentato.
Ciò per evitare il proseguire degli interventi a macchia di leopardo, che non compensano i notevoli disagi vissuti dai cittadini.
Altresì devono essere condivise le scelte d'investimento dei 114 milioni assegnati al comune per investimenti produttivi per il rilancio, per l'occupazione sia dei giovani che dei cassaintegrati o disoccupati.

Il Movimento 5 Stelle è legato a questo patto d’onore con gli aquilani e lo sosterrà perché venga onorato.

DIFESA DEL TERRITORIO E DELLE COSTE: PDL E PD HANNO DETTO NO!!!


"Quanto accaduto ieri nell'aula del Senato ha fatto finalmente comprendere ai cittadini che gli unici a voler veramente tutelare le coste italiane siamo noi del MoVimento Cinque Stelle". A dichiararlo è la Cittadina al Senato Enza Blundo dopo la bocciatura, in sede di conversione in legge del "Decreto del Fare", dell'emendamento con il quale si chiedeva il ripristino del divieto di attività di ricerca e prospezione in mare entro 12 miglia dalla costa e una nuova Valutazione di Impatto Ambientale per i procedimenti concessori in corso".


"Abbiamo avuto la concreta opportunità di bloccare l'assalto alle nostre coste e i profitti delle grandi multinazionali petrolifere - continua Blundo - e di realizzare i buoni propositi che in più occasioni anche i partiti del "modello unico", PD e PDL, avevano espresso in questi mesi, presentando dopo il mio Disegno di Legge proprie iniziative legislative in materia, ma nel momento decisivo, quello del voto, in cui bisognava dimostrare di essere al fianco dei cittadini, dell'ambiente e del territorio hanno preferito fare un passo indietro".
 

"E' un'ulteriore dimostrazione della diversità politica del MoVimento Cinque Stelle in Parlamento. Noi presentiamo disegni di legge, emendamenti, interrogazioni, interpellanze accogliendo le istanze dei cittadini e portandole fino in fondo. Gli altri partiti non solo copiano le nostre proposte, dopo averle anche in molti casi ingiustamente criticate o addirittura derise, ma lo fanno per mettere a posto la loro coscienza tirandosi puntualmente indietro quando l'obiettivo è a portata di mano" - conclude Blundo. 


lunedì 5 agosto 2013

SUBITO UN " URBAN CENTER" PER UNA GESTIONE TRASPARENTE ED EFFICIENTE DEI FONDI PER LA RICOSTRUZIONE DI L'AQUILA



“A L’Aquila la terra trema ancora: tremano gli edifici, le aziende, gli antichi monumenti divelti.  Tremano soprattutto le speranze degli aquilani,  sospese sul sottile filo che lega il ricordo di quel tragico 9 aprile all’incapacità politica di rimuovere quella voragine che inghiotte  la città col suo volto primigenio.

Oggi c’è una speranza: il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE) ha dato il via libera all’assegnazione di 1.183,2 miliardi di euro (197,2 milioni di euro per ciascuno anno dal 2014 al 2019)    per la ricostruzione degli immobili privati nei territori del cratere e destinando il 3% dell’importo alle aree esterne al cratere.

Le risorse, evidentemente ancora insufficienti e per di più spalmate su un arco temporale di sei anni, costituiranno un primo passo verso una possibile normalizzazione ed anche una occasione per iniziare davvero la ricostruzione.

A questo punto però è lecito, anzi indispensabile, chiedere alle Istituzioni due cose: trasparenza ed efficienza.

Non dovranno e non potranno essere replicate le modalità di gestione dei fondi utilizzate fino ad oggi e caratterizzate da più di una zona d’ombra: non lo accetterebbero gli aquilani e soprattutto  lo rifiuterebbero tutti gli italiani, di ogni ceto ed estrazione sociale, che si sono visti caricare sotto forma di aumento delle imposte di bollo, l’onere economico delle erogazioni.

Appare allora indispensabile, oggi più che mai, creare un “Urban Center” che renda i cittadini tutti (e non solo quelli direttamente coinvolti nelle opere) consapevoli delle modalità di gestione dei fondi e della scelta di aree, interessate di volta in volta dagli interventi di recupero, trasformando l’iter della ricostruzione in una superficie di vetro, impermeabile al malaffare e trasparente in ogni movimento.


Lo strumento costituirà insieme un indispensabile argine contro ogni forma di infiltrazione ed un formidabile strumento di piena partecipazione.

Per la destinazione di questa prima trance dei fondi assegnati, occorre individuare una zona all'interno dell'asse previsto dal programma e coinvolgere la cittadinanza tutta nelle opere di ricostruzione, raccogliendo idee ed input esterni e consentendo, attraverso una qualificata attività di consulenza, interventi urbanistici e ricerca di soluzioni per edifici da abbattere o per i quali non vi sia ancora un progetto di recupero presentato.

Ciò per evitare il proseguire degli interventi a macchia di leopardo, che non compensano i notevoli disagi vissuti dai cittadini.

Altresì devono essere condivise le scelte d'investimento dei 114 milioni assegnati al comune per investimenti produttivi per il rilancio, per l'occupazione sia dei giovani che dei cassaintegrati o disoccupati.

Il Movimento 5 Stelle è legato a questo patto d’onore con gli aquilani e sosterrà perché venga  onorato.

 

giovedì 1 agosto 2013

DDL N. 890, EMENDAMENTO SAL: NON CAPISCO IL TRIONFALISMO DELLA PEZZOPANE. RIPRESO IL MIO EMENDAMENTO AL DDL n. 576 SULLE EMERGENZE AMBIENTALI.


Ieri il Senato ha licenziato il Disegno di Legge n. 890, riguardante "prime misure urgenti in materia di occupazione, soprattutto giovanile, di imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre disposizioni finanziarie urgenti".

Un provvedimento omnibus, l'ennesimo, sul quale ho presentato assieme al gruppo alcuni emendamenti che, come accaduto spesso in questi mesi, a conferma della bontà delle nostre proposte, dopo la loro bocciatura sono stati assorbiti con propri emendamenti dal Governo. Ciò è accaduto sulla proposta a mia firma che impone all'Inps di comunicare l'esito della domanda di incentivo entro sette giorni dal suo ricevimento. Hanno votato  contro in aula nonostante fosse stato inserito in un proprio emendamento dal Governo, prevedendo addirittura che la comunicazione avvenga entro tre giorni dal ricevimento. Sono contenta che nell’emularci migliorano.  

I nostri emendamenti hanno inoltre permesso la soppressione dell'articolo 6 che, in evidente contrasto con quanto stabilito dall'articolo 4 del Decreto legislativo n.77/2005, indicante le esperienze lavorative come parte integrante dei percorsi formativi personalizzati, avrebbe compromesso i delicati e complessi equilibri degli istituti giuridici vigenti. Pur essendo stato respinto in commissione abbiamo ripresentato l'mendamento in aula e dopo averlo illustrato  è stato approvato. Siamo molto soddisfatti di questo risultato perché, come da me rilevato durante la discussione generale del provvedimento con questo articolo il Governo più che sul lavoro interveniva sulla recente riforma scolastica e sulle norme che disciplinano l'alternanza scuola-lavoro. 

L'aula ha inoltre approvato un emendamento, di estrema importanza per L'Aquila, l'11.207 della senatrice Pezzopane, sul quale ho apposto la mia firma, con il quale si stabilisce che il pagamento degli stati di avanzamento lavori (SAL), successivi al primo, emessi dal direttore dei lavori, vengano effettuati solo previa presentazione di autocertificazione da parte dell'impresa affidataria dei lavori che attesti l'avvenuto pagamento di tutte le fatture scadute dei fornitori e dei subappaltatori relativi ai lavori effettuati nel precedente SAL.

Faccio tuttavia fatica a comprendere i toni trionfalistici della collega Pezzopane sui giornali locali di questa mattina, visto che l'emendamento approvato nei giorni scorsi riprende in gran parte quanto da me già proposto in sede di esame del Disegno di legge n. 576 sulle Emergenze ambientali, con l'emendamento 7.203, precluso in quell'occasione dall'approvazione dell'emendamento 7.30 (testo 2) sottoscritto dalla collega Pezzopane e da entrambe le Commissioni, VIII e XIII, che avevano esaminato il DDL n.576. L'approvazione di quest'ultimo fu presentata anche in quell'occasione come un grande risultato politico del duo Pezzopane-Cialente, anche se estendeva l'obbligo di attestazione dei pagamenti di tutte le fatture degli appaltatori, fornitori e subappaltatori anche al SAL oggetto del pagamento. 

Questa disposizione è stata però fortemente criticata  dagli Ordini Professionali della Regione Abruzzo al punto che la Senatrice Pezzopane, illuminandosi sulla via di Damasco, ha presentato ieri l'emendamento 11.207 con il quale ha "stranamente" deciso di tornare sui suoi passi, non solo proponendo una modifica di quanto da lei proposto e votato non più di due mesi fa ma addirittura ispirandosi all'emendamento 7.203, che come MoVimento Cinque Stelle avevamo presentato e più volte illustrato in sede di discussione del DDL sulle Emergenze Ambientali, con il quale chiedevamo l'attestazione del pagamento delle fatture dei fornitori solo per i lavori effettuati nel precedente SAL, al fine di evitare anticipi a carico di imprese, precedenti alla rata finale, non da tutti sostenibili che avrebbero avvantaggiato solo le grandi aziende.