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L’Aquila la terra trema ancora: tremano gli edifici, le aziende, gli antichi
monumenti divelti. Tremano soprattutto
le speranze degli aquilani, sospese sul
sottile filo che lega il ricordo di quel tragico 9 aprile all’incapacità
politica di rimuovere quella voragine che inghiotte la città col suo volto primigenio.
Oggi
c’è una speranza: il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica
(CIPE) ha dato il via libera all’assegnazione di 1.183,2 miliardi di
euro (197,2 milioni di euro per ciascuno anno
dal 2014 al 2019) per la ricostruzione
degli immobili privati nei territori del cratere e destinando il 3%
dell’importo alle aree esterne al cratere.
Le
risorse, evidentemente ancora insufficienti e per di più spalmate su un arco
temporale di sei anni, costituiranno un primo passo verso una possibile
normalizzazione ed anche una occasione per iniziare davvero la ricostruzione.
A
questo punto però è lecito, anzi indispensabile, chiedere alle Istituzioni due
cose: trasparenza ed efficienza.
Non
dovranno e non potranno essere replicate le modalità di gestione dei fondi
utilizzate fino ad oggi e caratterizzate da più di una zona d’ombra: non lo
accetterebbero gli aquilani e soprattutto lo rifiuterebbero tutti gli italiani,
di ogni ceto ed estrazione sociale, che si sono visti caricare sotto forma di
aumento delle imposte di bollo, l’onere economico delle erogazioni.
Appare
allora indispensabile, oggi più che mai, creare un “Urban Center” che renda i
cittadini tutti (e non solo quelli direttamente coinvolti nelle opere)
consapevoli delle modalità di gestione dei fondi e della scelta di aree,
interessate di volta in volta dagli interventi di recupero, trasformando l’iter
della ricostruzione in una superficie di vetro, impermeabile al malaffare e
trasparente in ogni movimento.
Lo
strumento costituirà insieme un indispensabile argine contro ogni forma di
infiltrazione ed un formidabile strumento di piena partecipazione.
Per
la destinazione di questa prima trance dei fondi assegnati, occorre
individuare una zona all'interno dell'asse previsto dal programma e coinvolgere
la cittadinanza tutta nelle opere di ricostruzione, raccogliendo idee ed input
esterni e consentendo, attraverso una qualificata attività di consulenza,
interventi urbanistici e ricerca di soluzioni per edifici da abbattere o per i
quali non vi sia ancora un progetto di recupero presentato.
Ciò
per evitare il proseguire degli interventi a macchia di leopardo, che non
compensano i notevoli disagi vissuti dai cittadini.
Altresì
devono essere condivise le scelte d'investimento dei 114 milioni assegnati al
comune per investimenti produttivi per il rilancio, per l'occupazione sia dei
giovani che dei cassaintegrati o disoccupati.
Il
Movimento 5 Stelle è legato a questo patto d’onore con gli aquilani e sosterrà
perché venga onorato.